BELLUNO - Dieci stambecchi sono stati rilasciati alle pendici del monte Antelao, a San Vito di Cadore, dopo essere stati catturati sulla Marmolada, sopra Malga Ciapela, in territorio di Rocca Pietore. È il “Progetto stambecco 1965-2025” promosso dalla riserva di caccia di San Vito, presieduta da Stefano Sommacal, e realizzato con la Provincia di Belluno. I primi sei capi sono stati liberati mercoledì, tre maschi e tre femmine gravide: il periodo è ottimale, perché partoriranno fra breve e si legheranno al territorio, con i loro piccoli. Le femmine con il piccolo si spostano poco, si insediano: poi saranno i maschi, delle aree vicine, a venirle a cercare. Altri quattro capi sono stati liberati ieri. Lo scopo è rinsanguare la colonia di stambecchi del Cadore, fra Croda Marcora, Antelao e Marmarole. In Italia lo stambecco rischiò di scomparire, per la caccia indiscriminata.
La scelta del re
Nel 1856 Vittorio Emanuele II di Savoia protesse questo animale, sul Gran Paradiso, probabilmente salvando la specie dall’estinzione. Nel 1920 con Vittorio Emanuele III iniziò il ripopolamento di altre aree montane. Nel 1922 fu istituito il Parco nazionale del Gran Paradiso, il primo in Italia. Sulle Dolomiti Bellunesi lo stambecco tornò nel 1965, come ricorda Paolo Zanetti, presidente del distretto venatorio della Valle del Boite e coordinatore dei distretti venatori di Belluno: «Sessant’anni fa la riserva di San Vito, assieme all’allora comitato provinciale della Federcaccia, rilasciò i primi stambecchi sulle Alpi Orientali. La popolazione, rinsanguata negli anni successivi, crebbe fiorente dal 1965 fino al 1995, quando la rogna sarcoptica la decimò. Ora si è reso necessario questo nuovo inserimento, con esemplari provenienti da zone diverse, per aumentare la variabilità genetica e quindi la resistenza alle avversità, alle malattie. Questi capi sono stati presi sulla Marmolada e vengono da Tarvisio, quindi dal Gran Paradiso. Sessant’anni dopo quell’iniziativa, la stessa riserva di San Vito, con il distretto venatorio della Valle del Boite, ha voluto fare questo regalo al nostro ambiente».