TREVISO - Gesti violenti, feroci, giustificati da motivi futili, di poco conto, che hanno provocato la morte di una persona. Ma soprattutto il rischio che, se lasciati in libertà, possano commettere di nuovo lo stesso reato. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni con cui il tribunale del Riesame di Venezia ha confermato la misura di custodia cautelare in carcere per Toluwaloju Mclinkspual Ade di 19 anni e Angelo Ricardo Ozuna, 18 anni, accusati dell’omicidio di Francesco Favaretto, 22 anni, avvenuto il 12 dicembre scorso in via Castelmenardo. Le motivazioni sono state consegnate martedì pomeriggio al pubblico ministero Giulio Caprarola e ai legali dei due ragazzi. Il giudice del Riesame ha accolto le motivazioni con cui la Procura ha chiesto l’incarcerazione confermando la pericolosità dei due ragazzi. Resta in cella anche il 15enne accusato di aver sferrato uno dei fendenti mortali, con un coccio di bottiglia particolarmente affilato, costato la vita a Favaretto. Per lui, inizialmente, non era però stato presentato ricorso a riesame.
L’indagine
Al momento resta confermato l’ipotesi accusatoria e la ricostruzione fatta dagli investigatori della squadra Mobile della questura di Treviso nelle ore immediatamente successive all’aggressione. Francesco Favaretto, colpito con una coltellata al costato e da un fendente al collo oltre che da vari calci e pugni, è morto dopo 11 giorni di agonia nel reparto di terapia intensiva del Ca’ Foncello. Quattro i denunciati con l’accusa di omicidio volontario e rapina aggravata: i tre già in carcere, più una ragazza di 18 anni denunciata a piede libero. Lei, durante l’aggressione, avrebbe scagliato una bottiglia in testa alla vittima. Denunciati per rapina aggravata invece altri sei minori per cui però potrebbe scattare anche l’accusa di concorso in omicidio.
I fatti
I tempi dell’aggressione di via Castelmenardo sono scanditi dalle riprese video fatte dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Per la Procura Mclinkspual Ade, nato in Italia ma di origine nigeriana e residente a Ponte di Piave, avrebbe sferrato la coltellata che, nel culmine della rissa scoppiata probabilmente per motivi legati alla droga, ha colpito Favaretto al torace perforando la pleure. Ozuna invece, nello stesso momento, avrebbe colpito la vittima con dei calci impedendole di fatto di difendersi. Favaretto è stato anche gravemente ferito alla gola con un coccio di vetro, affilato e portato in tasca come un’arma da taglio, brandito dal 15enne ora richiuso nel carcere minorile di Treviso. L’aggressione è stata brutale. Oltre ai quattro indagati per omicidio ci sono i sei ragazzi, tutti minorenni. Avrebbero provato a strappare a Favaretto il suo zainetto, forse convinti che all’interno custodisse della droga. In realtà Favaretto, tossicodipendente e piccolo spacciatore, le dosi le aveva in tasca e nascoste tra i vestiti. Tra i minorenni indagati ci sono anche figure ben note alle forze dell’ordine perché, nei mesi scorsi, autori di aggressioni a coetanei spesso sfociate nella rapina di smartphone, piuttosto che di scarpe o giubbotti. In pratica una delle baby gang che si aggirano nel quadrante che va da via Roma a piazza Borsa. L’autopsia fatta su Favaretto, oltre a confermare la morte per i due fendenti provocati con coltello e coccio di vetro, ha anche evidenziato il pestaggio subito: sul corpo sono stati trovati una decina di lividi e tagli superficiali.