TREVISO «Il turismo in città è cambiato, si è evoluto. Le do un dato: quando sono arrivato all’Apt, 35 anni fa, in tutta la provincia si registravano 700mila turisti l’anno. Oggi sono più di 3 milioni». Lo dice Gianni Garatti che per più di tre decenni si è occupato di turismo nella Marca sia come albergatore, sia come presidente di consorzi di promozione turistica, fondazioni e anche dell’aeroporto di Treviso. E oggi, dopo aver venduto l’hotel Al Fogher delle Stiore, uno dei simboli più riconoscibili della città, traccia un bilancio.
Garatti, il Fogher passa di mano...
«Sì. La mia famiglia ha deciso di venderlo. Era arrivato il momento giusto e, soprattutto, l’occasione giusta».
Passa di mano ma non chiude...
«No, lo porterà avanti la catena B&B Hotel, un colosso del settore che conta in Italia già 87 alberghi più quelli all’estero. Sono organizzatissimi, una vera garanzia».
Il Fogher sarà il secondo B&B Hotel della città. Treviso, dal punto di vista del turismo, ormai è una piazza importante.
«Sicuramente: 35 anni fa la provincia registrava 700mila turisti all’anno, oggi sono oltre tre milioni. Ne sono orgoglioso perchè, in tanti anni, vuol dire che abbiamo seminato bene dal punto di vista della promozione».
E che turismo è quello trevigiano?
«Ancora dai numeri gestibili e sostenibili. Nulla a che vedere con l’overtourism di altre piazze. Spero che la politica continui a lavorare per mantenere questo equilibrio».
A proposito di equilibrio: c’è un boom di appartamenti dati in locazione turistica. Ormai in città sempre più proprietari preferiscono affittare per pochi giorni ai turisti invece che alle famiglie.
«Ecco, forse iniziano ad essere un po’ troppi. Ma se inizi a dare un permesso e poi un altro...il sistema non regge più. Per questo dico che è necessario trovare un punto di equilibrio tra tutte le componenti. Ed è il compito della politica».
Perchè si è sviluppato il turismo nella Marca?
«Non potremo mai ringraziare abbastanza Marco Goldin. Le sue mostre hanno cambiato il modo di intendere l’economia turistica in città. Hanno dimostrato che qui c’era qualcosa da vedere, da gustare. Le sue iniziative sono state fondamentali».
Adesso qual è l’identikit del turista che sceglie Treviso?
«Dal lunedì al venerdì si lavora ancora molto con turismo da business, il fine settimana invece ci sono i turisti più tradizionali legati alla cultura e alla scoperta del paesaggio. Importati sono gli eventi sportivi, appuntamenti come la Deejay Ten o la Gran Fondo Pinarello che riempiono sempre gli alberghi. E poi sta crescendo enormemente il turismo legato alla bicicletta: Treviso Ostiglia e Greenway sono sempre più frequentate».
Torniamo al Fogher: costruito nel 1964. Quanta storia cittadina è passata tra quelle mura?
«Molta. Gli aneddoti sono innumerevoli. Io sono musicista e mi piace ricordare i tanti artisti che hanno amato venire da noi. Bobby Solo, Arbore, Patty Pravo, i Ricchi e Poveri, Piero Pelù, Matia Bazar, Shapiro di cui sono un grande fans e che mi ha firmato tutti i suoi dischi. E poi registi come Ettore Scola. Nel nostro piccolo eravamo diventati un punto di riferimenti. Tutti bellissimi ricordi, non butto via nulla. Ma adesso la vita va avanti».