VITTORIO VENETO (TREVISO) – «Suor Aline non è stata mandata via. La sua carica abbaziale era già scaduta a febbraio dell’anno scorso. Durante la visita apostolica è stata prolungata. E, alla fine, questa ha stabilito che per il momento è meglio che ci sia una commissaria pontificia, perché la comunità possa veramente andare avanti». Mauro Lepori, abate generale dell'ordine cistercense, inquadra così la bufera che ha sconvolto il monastero di San Giacomo di Veglia, culminata con la fuga di cinque religiose in seguito alla destituzione dell’ormai ex badessa suor Aline Pereira e alla sua sostituzione con suor Martha Driscoll, nominata dallo stesso Lepori. Ci saranno altre fuoriuscite? «Le monache rimaste sono già convinte di restare - assicura l’abate - sono contente del commissariamento e del nuovo corso che ha potuto prendere la comunità». Questa è la sua versione. Quella delle suore scappate, invece, è diametralmente opposta. Dopo la fuga di suor Aline e di suor Maria Paola Dal Zotto, altre cinque se ne sono andate riferendo di essere «stanche delle vessazioni e delle imposizioni da parte della commissione e della nuova badessa». Dal canto proprio, l’abate Lepori parlando ai microfoni di Mediaset ha ripetuto più volte che suor Aline non è stata mandata via. Di contro, la stessa suor Aline, assieme a suor Maria Paola, ha riferito fin dall'inizio di aver ricevuto la notifica di espulsione attraverso una lettera recapitata a Pasquetta, proprio nel giorno della morte di papa Francesco.