LAMON (BELLUNO) - Il dramma di Oltra arriva ad un punto fermo, in attesa che venga rilasciato il nulla osta per la sepoltura di Riccardo Gaio, 17 anni, e del padre Vladislav Gaio, 49. Appare intanto chiara la dinamica di quanto accaduto martedì 23 aprile nella casa dove Riccardo abitava con la mamma dopo la separazione dei genitori.
Le indagini
Vladisalav, che non si era mai arreso a quella separazione avvenuta un paio d’anni prima, si è macchiato del peggiore dei delitti uccidendo il proprio figlio con 9 coltellate di cui 8 al petto e una alla gola nel tentativo di sgozzarlo, infine tre colpi alla testa con la pistola sparachiodi usata nei macelli. Poi l’ultimo colpo contro se stesso. Quella pistola, detenuta da tempo e acquistata online, è stata il chiaro segnale di una premeditazione. Gli accertamenti scientifici e legali continuano, ma ogni sforzo investigativo servirà solo per mettere a posto le tessere dell’esatta sequenza dei fatti, non più per perseguire penalmente qualcuno. Il responsabile è morto e con lui anche ogni reato. Esami, rilievi, autopsie, interrogatori entreranno in un fascicolo giudiziario che prenderà la strada dell’inevitabile archiviazione. Chiaro invece il movente: punire l’ex moglie infierendole il dolore più atroce, facendolo nel modo più drammatico, segno di un rancore incontrollabile e carico di ferocia.