PADOVA - Stop ai risarcimenti danni: la moglie e le due figlie di un paziente napoletano di 54 anni arrivato a Padova per sottoporsi ad un trapianto di fegato e spirato in ospedale per delle trombosi al momento non vedranno un soldo. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Appello della terza sezione civile nell’accogliere l’istanza presentata dall’Azienda ospedaliera.
La sentenza
Motivo: è necessario prima aspettare l’esito della Cassazione che, se in favore dell’ospedale, il recupero del denaro versato alla tre donne potrebbe poi essere impossibile. Così nell’ordinanza, dello scorso 10 marzo, la Corte lagunare ha scritto che “L’interesse delle resistenti a vedere liquidato subito il loro credito deve essere messo in comparazione con l’interesse dell’attuale ricorrente a vedere recuperate le ingenti somme (ove l’impugnazione fosse accolta) e con le conseguenze del loro eventuale mancato recupero, la cui incertezza, nel bilanciamento da operare, fa prevalere l’interesse pubblico alla tutela delle risorse del servizio sanitario”.
Insomma, si vuole evitare quanto già accaduto per le famose valvole killer quando la Cassazione ha assolto il professor Casarotto e l’imprenditore Sartori, costringendo i parenti delle vittime a ridare i soldi dei risarcimenti danni all’Azienda ospedaliera. Un’operazione per nulla semplice, tanto che a molte famiglie arrivarono a casa le cartelle esattoriali da pagare per decine di migliaia di euro. Moglie e le due figlie del paziente campano, difese dall’avvocato Antonio Muti, avanzerebbero dall’Azienda ospedaliera un totale 847.210 euro.