La tragedia
Erano circa le 16.30 di mercoledì 29 gennaio: la ragazza si era preoccupata perché la madre, che era andata a pranzo da Vigato, non rispondeva alle telefonate e non visualizzava i messaggi Whatsapp. Così ha deciso di prendere l'auto e andare in via Rossini a Megliadino San Fidenzio, dove abitava Silvano. Una volta entrata in casa, si è trovata di fronte al corpo inerme del 65enne toltosi la vita con un colpo di pistola al petto e, poco distante, alla madre priva di sensi.
I fatti si sarebbero svolti tra le 12.30 e le 13.15, almeno tre ore prima del ritrovamento, avvenuto attorno alle 16.30. Verso le 13, una vicina di casa aveva sentito Vigato e la compagnia discutere ad alta voce per un brevissimo periodo, all'incirca due minuti.
Cos'è successo dopo quelle urla? Man mano che i giorni passano, meno sembra probabile l'ipotesi della reazione estrema della donna allo shock provocato dalla vista del compagno morto. I danni cerebrali riportati dalla 55enne potrebbero essere più compatibili con un'ipossia prolungata e non con una sincope, che ha una durata transitoria. Se ci stata una lite, una colluttazione degenerata in un tentativo di soffocamento da parte di Vigato saranno le indagini a dirlo.
In tal senso, ci sarebbero alcuni segni non chiari sul corpo della donna. Oltretutto, sembra improbabile anche l'intervento di terzi nella scena. Il fatto è che tutto ciò sembra difficilmente spiegabile da chi conosceva bene la coppia.