Bezos, in 700 da tutto il Nordest per il corteo di protesta: ​«Basta speculare su Venezia». Ca' Farsetti: «Grotteschi, una zavorra per la città»

sabato 28 giugno 2025, 17:12 - Ultimo agg. 20:40
Bezos, da tutto il Nordest per il corteo di protesta: «Basta speculare su Venezia»
di Redazione Web
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VENEZIA - Ultimo giorno di festeggiamenti per Jeff Bezos e consorte oggi, 28 giugno, condito di proteste. Il corteo dei No Bezos è partito dalla stazione di Venezia Santa Lucia: il ritrovo è iniziato alle 17 e sono arrivati in 700. Il corteo ha percorso la Strada Nuova fino a Rialto e al campo dell'Erbaria. «Non è per il matrimonio di Bezos che poi è una festa, questa manifestazione l'avremmo fatta lo stesso», dice Tommaso Cacciari uno dei leader della protesta. A cui per la prima volta partecipano anche gli osservatori di Amnesty International per monitorare il comportamento delle forze dell'ordine.

La protesta

I manifestanti arrivano da Padova, Schio, Vicenza, Treviso e Trento. Un appello a una partecipazione massiccia è stato lanciato giovedì sera anche dal palco dello Sherwood Festival che si sta svolgendo al Parco Nord di Padova. Oltre agli attivisti italiani dei centri sociali del Nordest e di altri gruppi saranno presenti anche gli inglesi di Everyone hates Elon che in questi giorni hanno tappezzato la città di nuovi manifesti che recitano: «Nel tempo che impieghi a leggere questo articolo, la ricchezza di Jeff Bezos è aumentata di più del tuo stipendio mensile».

Tra i partecipanti c'è chi tiene in mano cartelli con scritte come «Oligarchi in saor», «Fuori Bezos dalla Laguna» e «Basta speculare su Venezia». Luana Zanella, capogruppo AVS alla Camera dei Deputati, e Andrea Zanoni, Consigliere Regionale di Europa Verde AVS, sono presenti «per denunciare la crescente concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi e la svendita di Venezia a interessi privati, che escludono la cittadinanza e alimentano disuguaglianze sociali ed economiche». In una nota congiunta, aggiungono che «Venezia non è un set cinematografico né un parco giochi per miliardari. È una città viva, fragile, che ha bisogno di politiche pubbliche coraggiose, partecipazione democratica e giustizia ambientale e sociale. Siamo qui per affermare che un altro modello di città è possibile: inclusivo, sostenibile e rispettoso della sua storia e dei suoi abitanti», concludono.

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