VENEZIA - Poteri speciali per Roma capitale? Il presidente della Regione Luca Zaia li vuole anche per Venezia, ma si attira le critiche del centrosinistra: «Arriva per ultimo. Noi abbiamo presentato in Parlamento una proposta per Venezia Città a Statuto Speciale», lo attacca il senatore del Pd Andrea Martella, segretario regionale del partito, il cui nome circola come possibile candidato sindaco dell'attuale opposizione.
MARTELLA
«Colpisce, dopo 15 anni di presidenza della Regione, segnata dall'assenza di un ruolo attivo per Venezia, questo appello a un governo, della cui maggioranza Zaia fa parte, che in questi anni non ha saputo nemmeno finanziare adeguatamente la Legge speciale per Venezia, già vigente», scrive Martella in una nota, confermando che «nelle scorse settimane la coalizione veneziana di forze politiche e civiche alternativa alla destra, ha presentato una proposta per Venezia Città a Statuto Speciale. Elemento centrale questo per una proposta complessiva che punta ad ottenere poteri straordinari per affrontare e risolvere gli storici problemi».SAMBO
A ruota arriva la presa di posizione anche della segretaria comunale dei Dem, la consigliera Monica Sambo: «Luca Zaia ha definito Venezia "un biglietto da visita" del Veneto, che è l'ammissione plastica del fallimento di una visione: turistica, superficiale, utile solo alla propaganda (come il famoso Veneto quale "The land of Venice) come ribattezzato dalla Regione", premette, per poi affondare il colpo: "Peccato che, quando avrebbe potuto fare qualcosa davvero, non abbia mosso un dito. Per anni, Venezia e la sua area metropolitana sono state completamente ignorate. Abbiamo visto: nessun investimento serio nei trasporti; tagli continui alla sanità; zero strategia per un territorio unico e fragile come il nostro; e nessuna regolamentazione delle locazioni turistiche».Sambo, in merito, ne ha anche per il sindaco Luigi Brugnaro «che non ha mai chiesto nulla: nessuna delega, nessuna autonomia, nessuna risorsa. È rimasto a guardare, accontentandosi di gestire l'ordinario, mentre la città perdeva servizi, residenti e opportunità». La segretaria del Pd sostiene che «la Regione avrebbe potuto agire assegnando deleghe specifiche alla Città metropolitana; investendo fondi propri per trasporti e mobilità lagunare; lavorando per far riconoscere Venezia come zona disagiata, così da attirare medici, infermieri e personale sanitario che oggi fuggono».
E polemizza: «La destra chiede più competenze ma non usa quelle che già ha. E non c'è più tempo da perdere. Noi, invece, non siamo rimasti fermi: abbiamo presentato proposte concrete e stiamo lavorando in Parlamento, insieme al senatore Andrea Martella, per garantire a Venezia una specialità con i poteri e risorse necessarie per affrontare la complessità del suo presente e costruire un futuro diverso. Serve un cambio di passo vero, non annunci e slogan». Sambo guarda alle prossime elezioni comunali: «Venezia non è un simbolo da sbandierare quando fa comodo. Non è un fondale o un'icona turistica. È una città viva, fragile, complessa».
Alvise Sperandio
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