Baby gang prende a martellate la casa del consigliere comunale Roberto Perin: «Siamo esasperati, avevano fatto volontariato ma non è bastato»

Lo scorso aprile alcuni di questi teenager erano stati messi alla prova con il volontariato alla mostra dell'asparago organizzata dalla pro loco. Avevano mostrato buona volontà e spirito di collaborazione, ma qualcosa poi non ha più funzionato

venerdì 18 luglio 2025 di Annalisa Fregonese
Baby gang prende a martellate la casa del consigliere comunale Roberto Perin: «Siamo esasperati, avevano fatto volontariato ma non è bastato»

CIMADOLMO Ennesima azione della baby gang che da mesi imperversa in paese: mercoledì sera hanno preso di mira il cantiere in via Cavour, dove è in corso la ristrutturazione di una casa storica di proprietà della moglie di Roberto Perin, consigliere comunale. I giovanissimi, un gruppetto di 5-6 minorenni, hanno spaccato la recinzione per entrare. Quindi si sono impadroniti di un martello e hanno iniziato a colpire le pareti, infierendo su una colonna di marmo.

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L’INCURSIONE

Erano circa le 21.

Un vicino di casa, sentendo i colpi, ha immediatamente telefonato a Roberto Perin che si è precipitato sul posto. «I ragazzi mi hanno visto arrivare e sono scappati, lasciando però le biciclette sul posto – racconta Perin -. Ho subito chiamato i carabinieri che sono arrivati. La baby gang era attenzionata da tempo e così in breve sono risaliti ai giovanissimi. Davanti all'evidenza dei fatti hanno confessato d'esser stati loro. Mi dispiace tantissimo perché alcuni sono poco più che bambini, sono manovrati da altri più grandi che, secondo me, li istigano a compiere questi gesti per dar prova d'essere “uomini”. In paese non ne possiamo più. Sono arrivati anche i genitori e più d'uno, anziché domandare scusa, ha avuto atteggiamenti aggressivi e prepotenti. Posso dire che in paese non si respira un bel clima, i residenti sono esasperati».

DIALOGO QUASI INUTILE

Il sindaco Giovanni Ministeri ha un diavolo per capello. «Gli episodi si stanno susseguendo numerosi e malgrado questi ragazzini siano stati ripresi più volte, non la smettono. Hanno danneggiato gli spogliatoi degli impianti sportivi, sparato petardi sulla pista di atletica appena messa a nuovo e queste sono solo alcune delle loro imprese. Ho convocato i genitori, ho cercato di parlarci – dice Ministeri -. Ebbene si pensi che ad uno di questi incontri un papà ha avuto il coraggio di dirmi: sindaco ma quand'è che la finisce perché io devo andare a lavorare. Un altro genitore proprio in questi giorni mi ha detto che “lo sto stressando”, ecco siamo a questi livelli, sono io che li stresso. Finora ho tenuto una linea morbida, cercando di essere comprensivo ma non è servito a niente. Farò tutti i passi necessari, compresa la segnalazione in procura. Genitori che lasciano i figli liberi di scorrazzare durante la notte, senza curarsi che siano o meno a casa, che non intervengono quando questi commettono vandalismi, davvero non si meritano nulla. Primo compito dei genitori è quello di seguire i propri figli».

CAMBIO DI ROTTA

«Un papà per la verità è venuto a parlare con me – fa sapere Roberto Perin -. E' da poco che la famiglia è venuta ad abitare a Cimadolmo, si è scusato e si è mostrato molto dispiaciuto. Mi ha assicurato che suo figlio non frequenterà più questo gruppetto. Tra l'altro ho scoperto dove si riuniscono e una di queste sere mi sono ripromesso di andare a parlarci».

Roberto Perin sta subendo la baby gang da due mesi e mezzo. «Hanno preso di mira il nostro cantiere. Erano già entrati in passato. Abbiamo provveduto a recintarlo con dei pannelli – dettaglia -. Eravamo sempre con l'ansia: se una volta entrati per le loro malefatte fosse accaduto un incidente, si fossero fatti male, su chi sarebbe ricaduta la responsabilità? Alcune sera fa avevano provato ad entrare senza esito. Mercoledì sera hanno spaccato un pannello, sono riusciti così ad accedere, mi chiedo dove siano le famiglie».

Lo scorso aprile alcuni di questi teenager erano stati messi alla prova con il volontariato alla mostra dell'asparago organizzata dalla pro loco. Avevano mostrato buona volontà e spirito di collaborazione, ma qualcosa poi non ha più funzionato.

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