VIDOR (TREVISO) – Gianangelo Bof, sindaco di Tarzo, parlamentare della Lega ed ex commissario provinciale del Carroccio, va contro corrente e difende la scelta di installare degli impianti fotovoltaici anche in mezzo alla colline del prosecco patrimonio Unesco: «Che servano degli scorci paesaggistici circoscritti dove evitare le istallazione degli impianti fotovoltaici ci sta - sottolinea - ma stiamo parlando di energia pulita green, meglio di un generatore che inquina e fa rumore».
LA DIFESA
Bof però osserva: «Non vorrei dicessimo no ai vigneti, no al fotovoltaico, no alle pale eoliche e quindi le nostre aziende agricole l'energia pulita con cosa dovrebbero produrla? E comunque, per quello che ne so, l'impianto installato mi sembra non costituisse violazione di nessuna norma. Quindi se così fosse, e ancora uno stato del diritto esiste in questo paese, il diritto non può essere in base alle sensazioni». La posizione di Bof è netta, anche se ignora l’esistenza di una legge regionale che tutela il paesaggio.
LA VICENDA
Il caso dell’impianto fotovoltaico sulle colline di Vidor era scoppiato alla vigilia di Ferragosto. A lungo nessuno si era accorto di quei trenta pannelli perché l’impianto non è visibile dalla strada. Poi qualcuno ha scattato delle foto e il caso è scoppiato: come si possono consentire pannelli fotovoltaici sulle Colline del Prosecco? Brustolin aveva candidamente ammesso: «No, non abbiamo chiesto e non abbiamo l’autorizzazione per i pannelli fotovoltaici per il semplice fatto che all’epoca non serviva nessun pezzo di carta, non c’era nessun vincolo. L’Unesco è arrivata dopo». Anche in Comune erano caduti dalle nuvole: «Non so niente di questi pannelli. Se sono arrivate richieste di autorizzazione? Non so dire, non ho notizie in merito a domande o pratiche. Appena rientrerà il dipendente del settore chiederò una relazione», aveva detto il sindaco Mario Bailo. Altri, però, erano insorti. Franco Adami, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, aveva tuonato: «Non esiste! Quei pannelli devono essere spostati». Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, aveva rincarato: «Quei pannelli sono un pugno in un occhio». Mentre Marina Montedoro, presidente dell’associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, aveva chiamato in causa il Comune di Vidor: «Attendiamo di capire se si tratta di abuso o di impianto autorizzato». Alla fine è stato il proprietario dei pannelli a chiudere la vicenda, semplicemente smantellando l’impianto. «A mezzogiorno di sabato - aveva detto Gilberto Brustolin - inizieranno i lavori. Non so se ci vorrà un giorno o di più, di certo non rimarrà alcun pannello». E così ha fatto. Da sabato nella sua proprietà a Colbertaldo di Vidor non c’era più niente, solo filari di pregiata uva. Un gesto apprezzato dai colleghi, tanto che il presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Franco Adami, già aveva bollato come «peccato veniale» l’installazione dell’impianto, sottolineando che Brustolin aveva fatto tanto per le Colline. Resta il fatto che una legge regionale, anche se recente, del 2022, tutela l’area delle Colline del Prosecco e c’è anche un vincolo paesaggistico voluto proprio dal Consorzio Docg. Ecco perché Montedoro adesso chiede una verifica: «Se è vero che ci sono altri impianti, vanno fatti accertamenti».