Lite tra automobilisti per una mancata precedenza, guardia giurata estrae la pistola: 68enne a processo per minacce aggravate

L'episodio avvenuto lungo la tangenziale di Treviso: all'uomo è stato revocato il porto d'armi e l'azienda per cui lavorava lo ha licenziato

lunedì 14 aprile 2025 di Giuliano Pavan
Foto d'archivio di una pistola in auto

TREVISO - Estrae la pistola d’ordinanza durante una banale lite tra automobilisti.

Un gesto male interpretato secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Daniele Panico, ma non per la Procura di Treviso, che ha notificato un decreto penale di condanna da 5.625 euro (in sostituzione di due mesi e 15 giorni di reclusione) a una guardia giurata di 68 anni. E nemmeno per la questura di Treviso e per l’azienda per la quale lavorava: all’uomo è stato infatti revocato il porto d’armi e l’istituto di vigilanza gli ha recapitato la lettera di licenziamento.

Alla ormai ex guardia giurata non è rimasto altro da fare che presentare opposizione al decreto penale per far valere le proprie ragioni: ieri mattina, di fronte al giudice del tribunale di Treviso, si è aperto il procedimento penale a suo carico: l’obiettivo è ottenere un’assoluzione nel merito.

LA STORIA

I fatti sono datati: risalgono al 16 giugno 2019 e nascono da una mancata precedenza. La guardia giurata, al volante della sua auto, scesa dal cavalcavia della stazione ferroviaria stava percorrendo il Terraglio in direzione Preganziol quando, arrivata alla rotonda di San Lazzaro, non si è fermata anche se c’era un’altra vettura che stava già occupando la rotatoria, che ha dovuto premere sul freno per evitare un incidente.

Entrambi i guidatori dovevano imboccare la tangenziale in direzione Paese, e sono iniziati gli screzi. Il 49enne che lamentava la mancata precedenza ha iniziato a fare i fari alla guardia giurata, facendo gesti con le mani e lanciando qualche improperio. E ricevendo simili risposte anche dal 68enne. A quel punto il conducente che aveva subito il torto ha deciso di affiancarsi, all’altezza di San Giuseppe, alla guardia giurata la quale, voltandosi verso il rivale, ha impugnato la pistola d’ordinanza e gliel’ha mostrata. Per il 68enne si trattava di un gesto innocuo: «Non posso fermarmi perché sono armato». Per la “vitima”, invece, si trattava di una vera e propria minaccia, tanto che la chiamata al 113 era scattata subito.

LA DENUNCIA

La lite è proseguita fino allo svincolo di Paese. Qualche decina di metri più avanti, le due auto hanno imboccato l’ingresso del parcheggio del Bhr per risolvere la questione. Ma la guardia giurata, riposta la Beretta modella 64 Cheetah nella fondina, è scasam dalla vettura con un bastone in mano, credendo di venire aggredito dall’altro conducente. Scena che è stata vista da un ospite dell’hotel, che ha chiamato anche lui il 113.

Sul posto, così, sono giunte due volanti: gli agenti hanno riportato la calma e raccolto le testimonianze dei ue contendenti, che alla fine hanno deciso di denunciarsi a vicenda per minacce. Ma il reato per la guardia giurata era aggravato dall’uso dell’arma a cui si è aggiunto anche quello di porto abusivo di oggetti atti a offendere. Davanti al giudice di pace il 68enne ha già ottenuto una vittoria, con la condanna del rivale. Ora vuole ottenere anche la seconda dove è passato da vittima a imputato.

Ultimo aggiornamento: 18:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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