TREVISO - Si terrà lunedì, alle 18.30 a Ca’ Sugana, l’atteso incontro tra il vicesindaco e assessore comunale allo sport Alessandro Manera, la dirigenza dell’Indomita21 ed una delegazione di genitori dei giovani calciatori esclusi dal nuovo e futuro progetto Academy del Treviso Calcio.
A replicare alle accuse è Luca Pinzi, membro del CdA dell’Indomita 21: «L’Indomita non chiude e, anzi, si evolve, si trasforma e continua a vivere in un nuovo progetto sportivo e sociale. Nessuna resa, nessuna sconfitta. Solo il coraggio, che manca a tanti, di cambiare forma per restare fedeli alla propria missione e garantire lo sport alla maggior parte dei suoi iscritti». Pinzi, in particolare, rivendica l’impegno dei volontari che hanno gestito la società in questi anni, trovandola fin da subito con molti debiti, parlando apertamente di «critiche gratuite da parte di chi non si è mai fatto vedere quando c’era da lavorare. Attaccare chi fa volontariato, chi dedica tempo, energie e passione per far crescere ragazzi e comunità è qualcosa che dovrebbe far riflettere. Chi oggi parla dov’era quando serviva una mano? Solo a titolo di esempio siamo stati costretti ad avvalerci di allenatori di altre categorie per supportare l’accompagnamento dei bimbi nelle trasferte. E nessuno ha ringraziato il presidente Mauro Carraro che si è adoperato quotidianamente per sostenere la società».
Sotto accusa anche chi, secondo Pinzi, avrebbe avuto anni per intervenire o proporre alternative concrete. «Qualcuno sapeva da cinque anni che il Treviso avrebbe acquistato l’Indomita? Primo, il Treviso non ha acquistato nulla. Secondo, diventare Academy è un orgoglio e un’opportunità, non una resa. L’alternativa era la chiusura, quella vera, anche perché i volontari scarseggiano come gli sponsor. Questa è la realtà».