TREVISO - Invecchiare costa.
Nuovi aumenti
E non è ancora finita. Perché tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio 2025 alcuni tra i centri servizi per anziani attivi nella provincia di Treviso hanno ulteriormente rivisto le rette al rialzo. Il nuovo balzo generalmente è di un euro al giorno. Che vuol dire altri 30 euro in più al mese. Il discorso vale per il Bon Bozzolla di Farra come per Casa Fenzi a Conegliano. E una sfilza di altre case di riposo si riservano di rivedere le tariffe nel corso dell’anno a fronte degli annunciati aumenti, soprattutto per quanto riguarda le bollette della luce e del gas, dove si mettono in conto rincari addirittura del 30%. Oltre al caro bollette, tra l’altro, pesano anche gli adeguamenti contrattuali. Senza dimenticare le difficoltà nel reperire tutti gli operatori sociosanitari necessari. A conti fatti, al momento le tariffe delle case di riposo del trevigiano vanno da un minimo di 54 euro al giorno per un posto in stanza doppia, con impegnativa, in su.
Gli aumenti
Con i nuovi aumenti di fatto piove sul bagnato. Basti pensare che praticamente metà delle oltre 50 case di riposo della Marca ha già dovuto alzare le rette tra il 2023 e il 2024. Le situazioni sono differenziate. Ci sono strutture che l’anno scorso hanno approvato aumenti di 7,5 euro al giorno anche per gli anziani non autosufficienti con impegnativa. Tradotto: oltre 220 euro al mese in più, in un colpo solo. Senza impegnativa, invece, si è arrivati a incrementi di quasi 20 euro al giorno. In questo caso significa dover tirare fuori qualcosa come 600 euro al mese in più. È vero che in quest’ultimo caso si parla degli accessi in regime privato. Ma spesso non si tratta di una scelta. Sono infatti diverse le famiglie che prima di riuscire a ottenere un’impegnativa inseriscono i propri casi in centri per anziani attraverso la via privata. Dopotutto in molti casi semplicemente non si vedono alternative. Nell’attesa, poi, passano anche parecchi mesi. E in questo periodo non resta loro che aprire il portafoglio, sempre ammesso che ci sia la possibilità.
Liste d'attesa
In tutto ciò le liste d’attesa continuano a ingrossarsi. Le stime dicono che sono oltre 2mila gli anziani che aspettano di poter entrare in una delle strutture del trevigiano. I sindacati l’hanno rimarcato più volte: l’attuale numero dei posti letto nei centri servizi per anziani non è sufficiente. Così come il numero di impegnative. La conferma arriva anche dal fatto che le strutture sono costrette a respingere delle domande. E non poche. Nella fascia della pedemontana, per fare un esempio, capita che nell’immediato vengono rispedite al mittente anche l’80% delle richieste. Sostanzialmente si forma un effetto imbuto. Poi si va avanti, si trova una soluzione. Ma nel frattempo le famiglie, con le spalle al muro per quanto riguarda le necessità di assistenza di un loro caro, sono costrette in un limbo tutt’altro che economico.