Una grande macchia rossa, corrispondente a tutta la pianura, sia alta che bassa. Con valori che hanno oltrepassato la soglia limite anche di dieci “punti”. Fortunatamente, nelle prossime ore la situazione dovrebbe migliorare, soprattutto grazie all’entrata di quella che in questi casi è l’alleata numero uno dell’aria, cioè la Bora. L’inizio dell’anno, però, è stato contraddistinto nella metà più popolosa della nostra regione da un ritorno sgradito: l’inquinamento, che in diversi paesi ha superato i livelli d’allarme.
Il quadro
In questi casi la colpa è sempre la stessa: il ristagno. L’alta pressione degli ultimi giorni del 2024 e delle prime ore del 2025, infatti, ha tenuto lontane dal Friuli Venezia Giulia tutte le perturbazioni.
Friuli centrale
La provincia di Udine solitamente viene “risparmiata” dalle ondate di inquinamento. Ma stavolta non è andata così, perché l’alta pressione combinata al ristagno atmosferico hanno portato un innalzamento delle polveri sottili anche nella zona centrale del Friuli Venezia Giulia, fino ai comuni costieri o che si affacciano sulla laguna. E nemmeno la città di Udine si è salvata, dal momento che ieri mattina presentava livelli di polveri sottili (si parla sempre di Pm10) pari a sessanta microgrammi. Una quota alta, per le medie del capoluogo friulano. Peggiore la situazione nella Bassa, con Latisana che la quota di sessanta microgrammi l’ha addirittura superata. I valori sono rientrati nella norma, cioè al di sotto dei cinquanta microgrammi, solamente vicino alla pedemontana.
I timori
Dopodomani il Friuli Venezia Giulia vivrà uno dei momenti tipici della sua tradizione natalizia: quello dei falò epifanici, che per due giorni arderanno su tutto il territorio regionale. Il vento da Nordest darà una mano, ma crescono i timori per un ulteriore peggioramento della concentrazione di polveri sottili nei bassi strati dell’atmosfera.