Bordelli pubblicizzati su internet, denunciate quattro cittadine cinesi: gestivano un giro d'affari mensile di oltre 20mila euro

Nei due immobili, in affitto, venivano costrette a vendersi una mezza dozzina di giovani donne, anche loro cinesi, con tariffe molto basse e un servizio disponibile a tutte le ore

martedì 29 aprile 2025 di Redazione Treviso
Bordelli pubblicizzati su internet, denunciate quattro cittadine cinesi: gestivano un giro d'affari mensile di oltre 20mila euro

SPRESIANO - Per circa un anno e mezzo hanno gestito due appartamenti trasformandoli in luoghi di prostituzione, pubblicizzando i servizi su siti internet frequentati da chi cercava prestazioni sessuali a pagamento. Il contatto diretto avveniva tramite telefono, con precise indicazioni per raggiungere i locali, in affitto, situati in piazza Sordi a Spresiano e nella provincia di Venezia.

A coordinare l’attività erano quattro cittadine cinesi, di età compresa tra i 47 e i 55 anni, che ora sono state denunciate per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Nei due immobili venivano costrette a vendersi una mezza dozzina di giovani donne, anche loro cinesi, con tariffe molto basse e un servizio disponibile a tutte le ore.

Il sistema

Le indagini, supportate anche dalle testimonianze di numerosi clienti, hanno permesso di ricostruire il funzionamento della rete: le giovani si alternavano in modo continuo, senza limiti di orario, per garantire la disponibilità in qualsiasi momento. Tre delle sei ragazze sono state identificate.

Per evitare sospetti, le sfruttatrici avevano provveduto a coprire completamente le finestre, rendendo invisibile l’interno degli appartamenti dall’esterno.

Il sistema permetteva di incassare fino a ventimila euro al mese, con metà degli introiti che finiva direttamente nelle mani delle donne che gestivano l’attività.

L'arresto

Ora le donne sono indagate e gli appartamenti sono stati posti sotto sequestro insieme ai documenti ritrovati all’interno. È in corso anche una verifica sulla posizione dei proprietari degli immobili, che al momento sembrano non aver avuto alcuna conoscenza dell’uso illecito degli appartamenti. Alcuni dubbi, invece, erano emersi tra i residenti degli edifici, insospettiti da un via vai nonostante la prudenza mostrata dalle organizzatrici.

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