Dice a un'indagata di scappare per evitare l'arresto: carabiniere rinviato a giudizio per favoreggiamento

La prima udienza fissata il 14 novembre: per la Procura ha avvisato Tatiana Patras, all'epoca sotto indagine per sfruttamento della prostituzione, che su di lei pendeva una richiesta di misura cautelare

sabato 8 marzo 2025 di Redazione Treviso
Dice a un'indagata di scappare per evitare l'arresto: carabiniere rinviato a giudizio per favoreggiamento

TREVISO - Favoreggiamento personale. È l'accusa mossa dalla Procura di Treviso nei confronti di un carabiniere, all'epoca dei fatti in servizio al nucelo radiomobile e attualmente sospeso al servizio, che è costata al militare il rinvio a giudizio: dovrà presentarsi davanti al collegio del tribunale di Treviso il prossimo 14 novembre, giorno della prima udienza del processo. Secondo gli inquirenti, il carabiniere, difeso dall'avvocato Stefania Bertoldi, aveva avvisato Tatiana Patras, che era sotto indagine perché considerata a capo di un giro di prostituzione, che di lì a poco sarebbe stata eseguita una misura cautelare nei suoi confronti, invitandola a lasciare il Paese per evitare l'arresto.

Avvertimento non andato a buon fine: le intercettazioni telefoniche, infatti, fecero naufragare il piano.

I PROTAGONISTI

Tatiana Patras, difesa dagli avvocati Fabio Crea e Mauro Serpico, è stata recentemente condannata a 1 anno (in continuazione con un'altra condanna a 3 anni che le era stata inflitta dal tribunale di Venezia) per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Ed era anche la fidanzata di Florin Stingaciu, il 40enne romeno condannato a 16 anni e 5 mesi di reclusione per l’omicidio del 20enne, suo connazionale, Igor Ojovanu, ucciso la sera del 30 settembre 2018 a Fontane con una coltellata alla schiena a causa degli schiamazzi durante una festa per l’addio al celibato di un amico. Il carabiniere, invece, era già stato rinviato a giudizio per un altro episodio: assieme a un collega è chiamato a rispondere, a vario titolo, dei reati di omissione in atti d’ufficio, falso materiale, falso ideologico e lesioni aggravate.  A trascinarli in tribunale sono stati due giovani moglianesi, un 25enne e un 23enne, che accusano i due militari di aver trasformato un normale controllo stradale, avvenuto il 15 aprile 2020, in un pestaggio. Per questo procedimento penale la prima udienza è fissata per il prossimo 11 settembre.

Ultimo aggiornamento: 14:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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