Luciana Littizzetto, Papetti: «Un lettore la critica, ma la comicità deve essere libera. Anche dal politicamente corretto»

La risposta del direttore del Gazzettino Roberto Papetti

giovedì 20 marzo 2025 di Roberto Papetti
Luciana Littizzetto, Papetti: «Un lettore la critica, ma la comicità deve essere libera. Anche dal politicamente corretto»
Egregio Direttore, pochi giorni fa Luciana Littizzetto, che a me non sta simpatica, ha preso in giro, spero solo con benevola ironia, i nostri militari. Credo che sfottere chi al giorno d'oggi lavora per la nostra difesa e per missioni di pace e in tempi passati è morto in missioni di guerra, sia molto grave anche perché se la presunta comica può uscirne con certe affermazioni, lo deve a chi è morto per la nostra democrazia e la nostra libertà.
Alvise Lorenzo Sandi

 

La risposta del direttore del Gazzettino Roberto Papetti

Caro lettore, posso comprendere il suo punto di vista e non amo particolarmente la comicità di Luciana Littizzetto.

Tuttavia credo che non si possa giudicare chi fa il comico o fa satira applicando gli stessi criteri e gli stessi metri di giudizio che utilizziamo quando ascoltiamo un uomo politico o un opinionista. Non si può mettere sullo stesso piano un leader di partito che infanga o dileggia con le sue parole i nostri militari, con un comico che fa ironia, apprezzabile o meno che sia, sulle forze armate. Sono mondi e dimensioni diverse: chi rappresenta le istituzioni è tenuto al rispetto, il comico è tenuto alla mancanza di rispetto e al dileggio. Il suo compito è strappare una risata, magari amara od agrodolce, offrire un punto di vista pungente e anche feroce allo spettatore attraverso gli strumenti del paradosso, dell'ironia e del sarcasmo.

Naturalmente una battuta, un monologo o un'imitazione possono o meno piacere, possono farci divertire o lasciarci indifferenti, possono persino suscitare un moto di rabbia e di fastidio. Ma vanno giudicate per quello che sono, non per altro. Proprio per questo il comico nel suo lavoro, nell'esprimere la sua creatività deve essere libero, non può avere steccati e limiti. Né di tipo politico, né di tipo culturale. I confini da non oltrepassare è lui stesso a fissarli ed è lui che può decidere se rispettarli o violarli. Dipende da molte cose: dal pubblico che ha di fronte, dal contesto in cui si esibisce (teatro e televisione sono realtà molto diverse), dalla sua sensibilità.

Ovviamente questa libertà deve valere per tutti i comici. Non solo per chi irride i potenti o i governanti di turno o per chi si esercita nel mettere alla berlina ingiustizie e privilegi. Ma anche per chi sfida con la propria ironia e irriverenza argomenti scomodi o "si permette" di fare satira anche su minoranze. Vale la pena di ricordarlo e sottolinearlo. Perché oggi la censura ha più spesso il volto dei tutori del politicamente corretto che quella del potere politico.

Ultimo aggiornamento: 21 marzo, 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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