Dieci mila posti in più. Rebibbia, Milano Opera e Bollate, Bologna e Cagliari. Celle modulari da montare in tempi rapidi all’interno di strutture riqualificate. E poi le misure alternative per i detenuti a fine pena che si sono distinti per buona condotta - circa diecimila - e per i tossicodipendenti avviati a scontare la pena residua nelle comunità. Il governo ha un piano per affrontare l’emergenza sovraffollamento nelle carceri. Atterrerà domani sul tavolo del Consiglio dei ministri, riferiscono fonti qualificate al Messaggero, dove il commissario per l’edilizia carceraria Marco Doglio illustrerà la mappa degli interventi per ampliare la capienza per i detenuti davanti alla premier Giorgia Meloni.
Tutti i ministri sono precettati - il sottosegretario Alfredo Mantovano ha chiesto in una mail «la più ampia partecipazione» - per dare un segnale politico su una questione che scuote da tempo il dibattito pubblico e può avere riflessi sul consenso del governo.
Di qui la messa a terra del nuovo piano carceri. Operativo già da mercoledì, secondo le stime del governo servirà ad ampliare la capienza degli istituti penitenziari lungo lo Stivale di diecimila posti letto. In parte attraverso la costruzione di nuovi padiglioni dentro i principali carceri italiani. A Roma, nella casa circondariale di Rebibbia, una struttura da 400 posti extra da completare entro un anno. A Milano, nei carceri di Opera e Bollate, due nuove aree rispettivamente da 392 e 200 posti in aggiunta all’attuale capienza. Altri 400 tra Bologna e Forlì, un carcere da 300 posti a Pordenone. E ancora, 640 nuovi posti in otto penitenziari, da Civitavecchia a Viterbo e Perugia, grazie ai fondi del Pnrr.
Dietro la fredda matematica si cela una partita politica. Scartate le proposte per uno “svuota-carceri” avanzate pure da un pezzo di centrodestra nei mesi scorsi, la premier intende dare un segnale sul sovraffollamento che rischia di offrire sponde alla campagna delle opposizioni contro il ministero di via Arenula. Complice il preoccupante tasso di suicidi in cella - 41 solo dall’inizio del 2025 - anche se Nordio, rispondendo a un’interrogazione della M5S Aloisio, nega che esista «una correlazione fra sovraffollamento e suicidi». «Il governo è fermo davanti a una strage silenziosa» accusa dal Pd Michela De Biase. Tornano insomma a montare le polemiche in una fase che già vede di nuovo alle stelle le tensioni sul fronte giustizia.
Domani il via libera alla separazione delle carriere di giudici e pm al Senato, con le minoranze pronte alle barricate in aula. Nel mezzo, il caso Open Arms che ha riacceso lo scontro tra governo e toghe e gli echi delle inchieste a Milano. Si riparte da qui, dall’emergenza carceraria con un piano che seguirà un doppio binario. Da un lato appunto la costruzione di nuove strutture. Archiviata di fatto l’idea di realizzare i padiglioni extra per detenuti all’interno di caserme abbandonate - troppo complessa la riqualificazione delle strutture e il coinvolgimento della Difesa - l’ampliamento della capienza passerà dalla edificazione di nuovi padiglioni.
Ma anche dai “carceri modulari”, strutture snelle montabili e smontabili nelle aree all’aperto dei penitenziari italiani, per cui il governo ha fatto partire i bandi in aprile fra le proteste delle opposizioni che denunciano le condizioni non umane in cui sarebbero costretti a vivere i detenuti in quei moduli. Oggi al ministero Nordio presiederà un vertice con Doglio e i sottosegretari alla Giustizia sul dossier, poi il via libera in Cdm al nuovo piano per l’edilizia 2025-2027.
LA TASK FORCE DI NORDIO
L’altro binario percorso dal dicastero di via Arenula è una “corsia veloce” per i detenuti a fine pena che si sono distinti per buona condotta e non hanno una condanna per reati di alta pericolosità sociale. Sono circa diecimila e sul tema Nordio ha lanciato una task force del ministero per attivare interlocuzioni con i magistrati di sorveglianza e i singoli istituti penitenziari. Sempre in Cdm domani - nel corso della riunione, fra l’altro, Mantovano e il ministro per la Pa Zangrillo terranno un’informativa sul nuovo vademecum contro gli attacchi cyber alle pubbliche amministrazioni - si discuterà di pene alternative per i criminali tossicodipendenti, magari all’interno delle comunità, «abbiamo un piano per rendere più efficace il recupero di questi detenuti e spero ci sarà a breve, nel prossimo Cdm, qualche ricaduta positiva» annunciava venerdì il sottosegretario. Non si esclude un Ddl ad hoc.
Il sovraffollamento in carcere è tornato a scalare l’agenda politica dopo l’appello del presidente del Senato Ignazio La Russa che una settimana fa ha chiesto ai partiti «un convinto cambio di passo». Meloni ha preteso, negli scorsi mesi, un aggiornamento puntuale dal commissario Doglio ogni due settimane. Domani il piano per diecimila posti in più in Cdm.