Alex Schwazer, il rilancio a San Biagio: «Ho vinto ma la penalizzazione dei giudci mi ha demoralizzato: ho rallentato per non correre rischi»

Il ritorno alle gare, a poco meno di 300 giorni dall'esibizione di Arco, conclusa con il ritiro del marciatore altoatesino per il riacutizzarsi di una sciatalgia, avviene nella cornice dalla fase regionale dei campionati italiani di società

sabato 10 maggio 2025 di Mauro Ferraro
Alex Schwazer in azione a San Biagio di Callalta foto@ Atleticamente

SAN BIAGIO DI CALLALTA (TREVISO) Alex Schwazer riparte da San Biagio di Callalta, in una mattinata di sole e vento, con addosso la canotta maculata dell’Atletica San Biagio, società che l’ha tesserato a metà dell’anno scorso e ora l’accompagna nel crepuscolo della carriera. Il ritorno alle gare, a poco meno di 300 giorni dall'esibizione di Arco, conclusa con il ritiro del marciatore altoatesino per il riacutizzarsi di una sciatalgia, avviene nella cornice dalla fase regionale dei campionati italiani di società. Sette gli atleti al via nei 10.000 metri di marcia.

Un manipolo di volonterosi e poi lui: l’eroe della 50 km dell’Olimpiade di Pechino, ma anche il protagonista di due squalifiche per doping e di una controversa vicenda sportiva e legale che si è trascinata per anni, spaccando in due l’Italia dell’atletica e non solo. Pronti, via: Alex allunga la falcata ed è subito solo. L’atleta altoatesino - 40 anni compiuti a dicembre - procede spedito. A bordo pista, il suo vecchio allenatore, Sandro Donati, paladino della lotta al doping, curvo sul taccuino, cronometra e prende appunti. Alex va che è un piacere. Regolare, transita in 19’54” ai 5000 metri, avvicinando di passaggio il record mondiale dei quarantenni sulla mezza distanza. Ma il gesto tecnico non è pulito: un po' di ruggine c’è, e si vede. I giudici sono attenti e, dopo tre ammonizioni per sospensione (la perdita di contatto dei piedi con il suolo), scatta il minuto di penalizzazione. Schwazer riparte, ma la grinta sembra evaporata. La vittoria non è in discussione, ma il tempo non arriva e Alex chiude per onor di firma in 43’11”37. Poi, scuro in volto, firma qualche autografo, sale in macchina e se ne va, dribblando anche la curiosità dei giornalisti.

LA DELUSIONE

Più tardi, sbollita la rabbia, si confiderà con il presidente dell’Atletica San Biagio, Silvano Tomasi: «Ero partito con l’idea di chiudere sotto i 40’, lo consideravo un risultato alla portata. Il minuto di penalizzazione ha vanificato l’obiettivo. Dopo la prima ammonizione ho rallentato per non correre rischi, ma non è servito. Sono molto dispiaciuto, la delusione è forte». Il futuro? Da decifrare. Alex è un simpaticone, ma quando si parla di obiettivi agonistici tende a chiudersi a riccio. È però difficile immaginare che la gara di ieri non abbia un seguito. Adesso, ad una manciata di secondi, ci sarebbe il lasciapassare per gli Assoluti di Caorle. Ecco, quello potrebbe diventare un obiettivo plausibile. All’Atletica San Biagio ci metterebbero la firma: «Sino ad un anno fa eravamo senza marciatore, adesso abbiamo un campione olimpico - sorride Tomasi -. Alex è stato di parola: ci aveva promesso una gara per la società, e così è stato. Venerdì sera ha terminato il turno di lavoro in un hotel di Merano, ha preso la macchina ed è corso qui. Ha l’atletica nel sangue, ho la sensazione che lo vedremo gareggiare ancora, ma il futuro lo deciderà lui». Fosse per Donati, ci sarebbero pochi dubbi: «A 40 anni ha ottenuto un risultato straordinario, deve solo limare il gesto tecnico e riadattarsi al ritmo di gara. Organicamente resta un fuoriclasse». Ora, al fianco di Alex, dal punto di vista tecnico, c’è l’ex ciclista professionista Domenico Pozzovivo: «Insieme - aggiunge Donati - stanno facendo un lavoro eccezionale». Tutto lascia pensare che la marcia di Alex non si fermerà qui.

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