dal nostro inviato
TREVISO - E chi se la ricorda più la riunione degli autoconvocati al K3, quella dei segretari di sezione che dicevano: “Dobbiamo correre da soli”? Era lunedì scorso, tempo neanche una settimana e la linea cambia totalmente. A dettarla, da Tokyo, in un videocollegamento deciso la sera prima, è Matteo Salvini. Che agli amministratori locali in rappresentanza di 250 Comuni veneti, tutti riuniti nell’auditorium di Santa Caterina a Treviso dal segretario della Lega-Liga Alberto Stefani, dice sostanzialmente due cose. La prima è che farà «di tutto» perché il candidato presidente della Regione resti alla Lega. La seconda è quella che smorza l’entusiasmo dei più barricadieri: «Garantendo l’unità del centrodestra, che è un bene prezioso». Al Capitano scappa anche una intromissione in campo altrui quando dice «conto di fornirvi quanto prima la data delle elezioni»: la materia elettorale sarebbe competenza regionale, ma vabbè.
Mario Conte
E così, nella convention elettorale della Lega con i sindaci e gli amministratori comunali (450 presenti, il che per un sabato mattina di luglio non è poca cosa), nessuno parla più di strappi. L’unico che azzarda - «Meglio soli che male accompagnati» - è il sindaco di Treviso Mario Conte, che fa gli onori di casa lì dove nove mesi fa si è sposato, anche se poi chiarisce: «Auspichiamo un centrodestra unito, ma i modi fanno la differenza: chi quotidianamente attacca l’amministrazione regionale si autoesclude». Non cita Forza Italia né Flavio Tosi, ma il riferimento è chiarissimo, specie quando dice: «Alla base di tutto, vecchie ruggini personali». «Siamo qui per costruire, non per distruggere - puntualizza Stefani - partendo dalle realtà locali e dalle comunità, nell’ottica della continuità e del buongoverno dell’amministrazione Zaia».
Presenti e assenti
In platea le prime file sono riservate ai sottosegretari (Andrea Ostellari e Massimo Bitonci), ai parlamentari (Ingrid Bisa, Paolo Tosato, Erika Stefani, Mara Bizzotto, Arianna Lazzarini), ai consiglieri e assessori regionali a partire dal presidente del Ferro Fini Roberto Ciambetti, anche se nessuno è nella scaletta dei 23 interventi e qualcuno un po’ s’adombra. «È una giornata dedicata ai sindaci, in primavera ci siamo rivolti ai cittadini con i gazebo, dalla settimana prossima incontreremo le categorie economiche, ma adesso tocca agli amministratori locali, è con loro che vogliamo scrivere il programma per le prossime elezioni», ribadisce Stefani, spiegando poi ai cronisti che non è stata lesa maestà il fatto di non aver citato Zaia nei suoi sette minuti di intervento conclusivo («Con il governatore mi sento tutti i giorni, il riferimento a lui era chiarissimo quando ho detto che vogliamo “continuità amministrativa»).
E intanto, tra i presenti, c’è chi va in cerca degli assenti: Luca Zaia (comunque citato e plaudito sia da Salvini che da Conte) non c’è e non c’è neanche l’autocandidato governatore Roberto Marcato. Ci sono, però, sindaci, assessori, consiglieri comunali e provinciali. E i temi che toccano, dal sociale alla manutenzione delle strade, dai disagi mentali che sempre più colpiscono i giovani fino alla difficoltà di dare alloggi pubblici a chi ne ha bisogno, sono sentiti dagli amministratori locali. Due ore durante le quali è stato trattato “arrosto”, non “fumo”. Ma quand’è che si voterà? E chi sarà il candidato governatore?