TREVISO «Ci sono 14mila atti di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate fermi nel centro logistico di Poste Italiane in via Castagnole, a Treviso.
NUOVO CASO
Dopo le tremila raccomandate ferme nell’ufficio postale centrale di Vittorio Veneto denunciate, sempre dal sindacato, ad inizio anno e i controlli eseguiti nei giorni scorsi dalla Guardia di finanza negli uffici postali di piazza Medaglie d’Oro, nella Città della Vittoria, e in quello centrale di Conegliano, la Slc Cgil, con i suoi delegati presenti nel territorio, ha deciso di non abbassare la guardia. E ieri mattina, lunedì, nel corso di una visita al centro logistico di via Castagnole – dove viene smistata la posta - sono «stati riscontrati – testimonia D’Auria – 14mila atti notificatori fermi, in gran parte dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia, sebbene Poste Italiane, dopo il clamore dell’inchiesta giornalistica di Report, ci abbia detto che va tutto bene. E quegli atti sono fermi da un bel po’, visto che ce ne sono del 2023. Come si fa a dire che va tutto bene e che il problema delle raccomandate ferme a Vittorio Veneto sia stato risolto, se poi trovo a Treviso fermi 14mila pezzi? La nostra non vuole essere una caccia all’uomo, non ce l’abbiamo con un dirigente o un responsabile, ma vogliamo mettere a nudo il fatto che l’azienda si stia disinteressando della consegna della posta, con il rischio di avere un’azienda sempre più interessata alla finanziarizzazione e meno ai servizi».
CARENZE
Con l’occasione, ieri i delegati sindacali hanno anche verificato le condizioni di lavoro dei dipendenti di Poste Italiane nel centro logistico. «Condizioni di sicurezza precarie – afferma il segretario regionale Slc Cgil – e alcune carenze igieniche: ad esempio ci sono dei punti in cui si annidano degli uccelli, in particolare colombi, e il loro guano finisce per ricoprire qua e là le superfici, posta inclusa. Poi abbiamo rilevato una questione di spazi: in questo centro dovranno essere allocate le nuove attività annunciate da Poste Italiane, visto che Poste funzionerà un po’ come Amazon per la consegna dei pacchi, facendo partire da questa sede i suoi corrieri. In un centro come questo non si possono unire due attività, quella di giacenza della posta e quello nuovo di consegna dei pacchi: non c’è spazio sufficiente». Dei rilievi emersi il sindacato ha già informato, tramite le rsu, l’azienda. «Se vedremo che l’azienda non risponderà ai rilievi fatti, in ordine alla sicurezza e alla gestione, chiaramente non rimarremo fermi e andremo avanti segnalando agli organi preposti la situazione, Spisal in primis» avverte Marco D’Auria.
A VITTORIO VENETO
E sugli uffici postali di Vittorio Veneto chiusi di pomeriggio, interviene il consigliere regionale Andrea Zanoni. «Un disservizio che, iniziato nel 2020, ha forti ripercussioni non solo sugli abitanti e sul tessuto economico di Vittorio Veneto, ma anche sui residenti nei due Comuni del mandamento vittoriese. L’alternativa è percorrere fino a 20 chilometri per raggiungere gli uffici postali di Conegliano o di Pieve di Soligo, di fatto improponibile soprattutto per gli anziani o per coloro che devono spostarsi con mezzi pubblici. Presentiamo interrogazione».