Poste, il sindacato denuncia la presenza di 14mila atti bloccati: «Soprattutto notifiche di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate, alcune del 2023»

La denuncia di Marco D’Auria, segretario regionale della Slc Cgil, dopo l’ispezione nel centro logistico di Castagnole

martedì 18 marzo 2025 di Claudia Borsoi
Poste, il sindacato denuncia la presenza di 14mila atti bloccati: «Soprattutto notifiche di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate, alcune del 2023»

TREVISO «Ci sono 14mila atti di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate fermi nel centro logistico di Poste Italiane in via Castagnole, a Treviso.

E non si tratta di atti accumulatisi in questi ultimi giorni, visto che alcuni pezzi fermi portano data 2023» denuncia Marco D’Auria, segretario regionale Slc Cgil, il sindacato di riferimento dei lavoratori postali in Veneto.

NUOVO CASO 

Dopo le tremila raccomandate ferme nell’ufficio postale centrale di Vittorio Veneto denunciate, sempre dal sindacato, ad inizio anno e i controlli eseguiti nei giorni scorsi dalla Guardia di finanza negli uffici postali di piazza Medaglie d’Oro, nella Città della Vittoria, e in quello centrale di Conegliano, la Slc Cgil, con i suoi delegati presenti nel territorio, ha deciso di non abbassare la guardia. E ieri mattina, lunedì, nel corso di una visita al centro logistico di via Castagnole – dove viene smistata la posta - sono «stati riscontrati – testimonia D’Auria – 14mila atti notificatori fermi, in gran parte dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia, sebbene Poste Italiane, dopo il clamore dell’inchiesta giornalistica di Report, ci abbia detto che va tutto bene. E quegli atti sono fermi da un bel po’, visto che ce ne sono del 2023. Come si fa a dire che va tutto bene e che il problema delle raccomandate ferme a Vittorio Veneto sia stato risolto, se poi trovo a Treviso fermi 14mila pezzi? La nostra non vuole essere una caccia all’uomo, non ce l’abbiamo con un dirigente o un responsabile, ma vogliamo mettere a nudo il fatto che l’azienda si stia disinteressando della consegna della posta, con il rischio di avere un’azienda sempre più interessata alla finanziarizzazione e meno ai servizi».


CARENZE 

Con l’occasione, ieri i delegati sindacali hanno anche verificato le condizioni di lavoro dei dipendenti di Poste Italiane nel centro logistico. «Condizioni di sicurezza precarie – afferma il segretario regionale Slc Cgil – e alcune carenze igieniche: ad esempio ci sono dei punti in cui si annidano degli uccelli, in particolare colombi, e il loro guano finisce per ricoprire qua e là le superfici, posta inclusa. Poi abbiamo rilevato una questione di spazi: in questo centro dovranno essere allocate le nuove attività annunciate da Poste Italiane, visto che Poste funzionerà un po’ come Amazon per la consegna dei pacchi, facendo partire da questa sede i suoi corrieri. In un centro come questo non si possono unire due attività, quella di giacenza della posta e quello nuovo di consegna dei pacchi: non c’è spazio sufficiente». Dei rilievi emersi il sindacato ha già informato, tramite le rsu, l’azienda. «Se vedremo che l’azienda non risponderà ai rilievi fatti, in ordine alla sicurezza e alla gestione, chiaramente non rimarremo fermi e andremo avanti segnalando agli organi preposti la situazione, Spisal in primis» avverte Marco D’Auria.

A VITTORIO VENETO

E sugli uffici postali di Vittorio Veneto chiusi di pomeriggio, interviene il consigliere regionale Andrea Zanoni. «Un disservizio che, iniziato nel 2020, ha forti ripercussioni non solo sugli abitanti e sul tessuto economico di Vittorio Veneto, ma anche sui residenti nei due Comuni del mandamento vittoriese. L’alternativa è percorrere fino a 20 chilometri per raggiungere gli uffici postali di Conegliano o di Pieve di Soligo, di fatto improponibile soprattutto per gli anziani o per coloro che devono spostarsi con mezzi pubblici. Presentiamo interrogazione».

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