«Il Meschio ha spazzato via tutto. È stato peggio del 2020». I danni a Cordignano dopo l'esondazione: dobbiamo ricostruire ogni cosa

La gelateria De Martin di piazza Italia confina con il Meschio. E qui la furia delle acque ha lasciato ingenti danni: è arrivata a toccare il metro dentro i locali. Da buttare frigoriferi, attrezzature e arredamenti. «Nonostante fossimo attrezzati con le paratoie, non sono servite», testimonia Chiara De Martin, titolare con i fratelli

mercoledì 9 luglio 2025 di Claudia Borsoi
«Il Meschio ha spazzato via tutto. È stato peggio del 2020». I danni a Cordignano dopo l'esondazione: «Dobbiamo ricostruire ogni cosa»

CORDIGNANO - Acqua e fango. Rabbia e impotenza. Ma anche voglia di ripartire. A Cordignano, a poche ore dall’esondazione del fiume Meschio ingrossato dalle acque dei torrenti Obole e Friga che ha generato allagamenti in tutto il territorio con unica eccezione per la parte alta di Villa di Villa, la conta dei danni è appena iniziata, ma è già ingente.

La mente viene riportata a cinque anni fa, al 6 dicembre 2020, l’ultima furiosa esondazione del Meschio. «Questa volta è ancora peggio» dicono all’unisono i cordignanesi impegnati ieri mattina a ripulire negozi, case e giardini, prima invasi dall’acqua e ora ricoperti di fango e detriti. È la quinta esondazione dal 2000.

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ALLAGAMENTI

Da Cordignano a Pinidello, da Ponte della Muda a Pinè, pochi sono stati risparmiati dagli allagamenti. «Un’altra notte difficile – afferma il sindaco di Cordignano, Roberto Campagna, con riferimento all’incendio che il giorno prima aveva distrutto due aziende –: il Meschio è esondato in più punti a causa della bomba d’acqua. Dalle 21.30 di lunedì il livello del fiume, ingrossato da Obole e Friga, è salito, causando allagamenti. Un evento peggiore di quello del 2020». Per tutta la notte le squadre dell’Avab di Vittorio Veneto sono state impegnate ad aiutare i residenti nello svuotamento degli scantinati e dei piani terra allagati. E così anche ieri, dove nel condominio davanti all’A&O le idropompe erano ancora in azione. In campo anche giovani agricoltori del paese che hanno aiutato con i loro trattori.

IN GINOCCHIO

Tra le zone più colpite quella di piazza Italia, in Centro. «Le paratoie non sono servite – testimonia Berta dell’omonimo negozio di abbigliamento –. Tante volte il Meschio è esondato, ma mai l’ho visto così brutto. Nel cortile sul retro del negozio avevo 70 centimetri d’acqua e dentro al negozio il fango mi ha sollevato il pavimento». La vicina via Diaz ieri mattina si presentava ricoperta da detriti, ciò che rimaneva della furia del Meschio. Qui l’acqua ha invaso decine di abitazioni. I residenti ieri mattina erano impegnati a spalare e a salvare il salvabile. Nessuno aveva voglia di parlare. «Venga qui Zaia a vedere come siamo» l’unico rimbrotto di un residente.

Anche la gelateria De Martin di piazza Italia confina con il Meschio. E qui la furia delle acque ha lasciato ingenti danni: è arrivata a toccare il metro dentro i locali, mischiandosi a fango. Da buttare frigoriferi, attrezzature e arredamenti. «Nonostante fossimo attrezzati con le paratoie, non sono servite – testimonia Chiara De Martin, titolare con i fratelli – l’acqua è arrivata dal retro, sfondando un portone e allagando tutto. Erano le 22.30. Alle 22.15 abbiamo chiuso la gelateria. Il Meschio era a livelli normali. Dieci minuti dopo mio fratello è uscito ed ha visto il fiume lambire il ponte. È rientrato e ci siamo messi in salvo al piano superiore. I danni sono incalcolabili. Come cinque anni fa ci ritroviamo con un locale da ricostruire. Il rammarico è che ad oggi non è stata ancora trovata una soluzione adeguata».

Dall’altro lato del ponte stesso copione all’osteria di via Roma. «Noi abitiamo sopra ed abbiamo visto tutto – testimonia il titolare Marco Fael –. In un attimo il Meschio è esondato, portandosi via il plateatico ed entrando nell’osteria nonostante le paratie, sfiorando il metro. C’è da buttare via tutto, peggio ancora del 2020». Anche nell’alimentari all’angolo tra piazza Italia e via Vittorio Veneto merce da buttare, così come nella vicina Agraria Perin. «Eravamo in tanti stanotte: voglio ringraziare tutti» sottolinea Lisa Pagotto dell’alimentari evidenziando la solidarietà della comunità.

Ultimo aggiornamento: 07:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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