ROVIGO - Le condizioni climatiche tutto farebbero pensare tranne che all’autunno o all’inverno, ma comunque si è verificato uno dei singolari casi legati al meteo e all’inquinamento.
Vale a dire che giovedì si sono avuti in città, come a Badia e quasi pure ad Adria, livelli di polveri sottili da stagione fredda, a causa del pesante ristagno di aria che non ha portato a correnti calde ascensionali per disperderle, come pure la mancanza di ventilazione.
Allarme inquinamento
L’andamento meteorologico di ieri, poi, non ha migliorato la situazione, secondo gli indicatori dell’Arpav (ma i dati numerici si sapranno oggi) che ponevano un quadro favorevole a valori tra gli 80 e i 100 microgrammi al metro cubo per il Polesine e peraltro per gran parte del Veneto, e le previsioni non volgono al meglio per oggi, seppure con una leggera discesa verso valori compresi tra i 50 e gli 80 microgrammi, mentre la situazione tornerà normale, in linea con la stagione estiva, domani, oltretutto con l’ipotizzato arrivo di piogge, con valori di Pm10 che si porteranno tra i 10 e i 30 microgrammi.
La sostanza è, non fossero bastati gli sforamenti di quest’anno della stagione fredda, che pure questi previsti tre giorni di sforamenti della soglia delle polveri sottili finiranno nel computo e soprattutto il capoluogo finirà con l’avere indicatori ambientali di bassa qualità dell’aria media per tutto l’anno. La centralina rodigini di ponte Marabin ha già registrato, dal 1. gennaio a giovedì 20 giugno (ultimi dati validati) 36 sforamenti, rispetto ai 35 annui di legge, quella di Borsea è a 34, mentre per Badia i superamenti sono addirittura 38, peggio del capoluogo polesano, mentre Adria, grazie alla posizione più vicina al mare, al momento è ancora a 24.