Maltempo, guadi chiusi dieci volte in meno di un anno: disagi e conto da capogiro

La media è presto fatta: una volta al mese l’Ente di decentramento regionale di Pordenone e la Regione hanno dovuto prendere la decisione di chiudere al traffico i due guadi principali

sabato 26 ottobre 2024 di Marco Agrusti
Maltempo, guadi chiusi dieci volte in meno di un anno: disagi e conto da capogiro

Il conto è salato, figlio com’è di un’annata che ha riportato il Friuli Venezia Giulia ai tempi in cui la siccità era solo periodica e la normalità era fatta di pioggia. Tanta pioggia.

Condizioni climatiche che però in questo 2024 rischiano di pesare sul bilancio delle manutenzioni come mai era successo prima, almeno se si parla del ripristino delle strade. I principali guadi che attraversano il Meduna e il Cellina, infatti, sono stati chiusi già dieci volte dall’inizio dell’anno. E mancano ancora due mesi al giro di boa.

 
IL RAPPORTO


La media è presto fatta: una volta al mese l’Ente di decentramento regionale di Pordenone e la Regione hanno dovuto prendere la decisione di chiudere al traffico i due guadi principali: quello tra Cordenons e la frazine zoppolana di Murlis e quello più trafficato ancora tra Vivaro e Rauscedo. È un record storico, dal momento che le “serrate” hanno riguardato non solamente i mesi notoriamente più piovosi, ma anche alcuni periodi dell’estate. Dieci chiusure in totale figlie della portata d’acqua dei due bacini: quello del Meduna e quello del Cellina regolato dal bacino di Ravedis e dai suoi sversamenti programmati. È tantissimo, se si considera che entrambi gli attraversamenti costituiscono valide alternative anche per il traffico pendolare. In particolare, il guado tra Cordenons e Murlis viene utilizzato come variante di campagna rispetto alla Pontebbana, sempre più intasata e quindi poco appetibile soprattutto nelle ore di punta. 
C’è poi un altro dettaglio: spesso si è dovuti ricorrere a chiusure lunghe. Si è andati infatti da un minimo di due giorni a un massimo di otto giorni, con disagi che quindi hanno sforato anche la settimana lavorativa.

 
LE FINANZE


Disagi, certamente. Ma anche un salasso per i conti pubblici. Il guado è per così dire una strada “viva”, che viene modificata dalle piene dei torrenti. Modificata e in qualche caso semi-distrutta. Quindi da rifare. E se il numero delle chiusure quest’anno ha rappresentato un record, lo stesso si può dire per la spesa correlata alla manutenzione post-piena. Il costo va dai 5mila euro per la sistemazione del manto stradale superficiale ai 20 mila che servono per il rifacimento completo del guado dopo gli eventi atmosferici più importanti. Quest’anno, quindi, con dieci chiusure già andate in archivio si oscilla tra 50 e 200mila euro di spesa. Ieri, intanto, come confermato dall’assessore Cristina Amirante, è stato riaperto il guado tra Cordenons e Murlis. Tra Rauscedo e Vivaro la situazione è più complicata. Il manto è completamente da rifare e si conta di riaprire martedì. Non prima. 
Una situazione, quella dei guadi, che negli ultimi giorni ha riacceso il dibattito sulla necessità o meno di superare il modello degli attraversamenti a raso dei torrenti Cellina e Meduna. Un’operazione già compiuta a suo tempo a San Foca e parte della futura Gronda Nord di Pordenone per quanto riguarda il guado tra Cordenons e la frazione di Murlis, in territorio zoppolano. 

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