FONTANIVA - L’inchiesta “Sorgente” bis, sugli assalti agli sportelli bancomat delle banche, sta per concludersi. Nei giorni scorsi il pubblico ministero Benedetto Roberti, titolare delle indagini, ha chiesto in totale 25 anni di condanna per tre sinti, secondo l’accusa, responsabili dei colpi. L’operazione ha mosso i primi passi dagli spostamenti di un’Audi A6 Avant dal valore di 150 mila euro vista più volte sfrecciare a 180 chilometri orari lungo la strada dei Vivai, nel Piovese, tirando paurosamente dritto ad ogni rotonda. Era stata rubata il 20 settembre 2019 ad un turista tedesco a due passi da Mirabilandia.
Un bolide da 350 cavalli di colore blu elettrico poi ridipinto e trasformato in nero opaco che veniva adoperato per le spedizioni notturne ai bancomat.
L’INDAGINE BIS
In questo filone bis i tre sinti avrebbero agito, sempre a bordo di auto rubate e con targhe di altre macchine per ingannare le forze di polizia, tra Fontaniva, Sarmeola di Rubano e nelle province di Rovigo (Corbola) e Treviso (Maserada sul Piave). Ma anche a Vicenza, Mantova, Pavia, Cremona, Verona, Reggio Emilia, Modena e Bologna. In alcuni casi, per cancellare ogni traccia, avrebbero anche dato alle fiamme le vetture oggetto di furto. Quindi tra aprile e novembre del 2019 avrebbero racimolato oltre 250 mila euro con gli assalti agli sportelli bancomat.
La Procura ha chiesto 9 anni di carcere per Maich Gabrieli, 47 anni di Rosà attualmente dietro alle sbarre di una cella del penitenziario di Trento. Otto anni a testa invece per Franco Battistutti, 56 anni di Trevignano e in carcere a Treviso, e per Davide Gabrieli Massaroni, 42 anni di Rosà, detenuto a Vicenza. La lettura della sentenza è fissata per il prossimo 18 di ottobre. Maich, il capo secondo i carabinieri, è stato tra i rapinatori autori dell’irruzione nella gioielleria del centro di Abano finita con l'uccisione di un bandito e del titolare Gianfranco Piras.
I tre nel 2022, in rito abbreviato per il primo filone dell’inchiesta, sono stati condannati: a Maich è stata inflitta una pena di cinque anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione. Quindi ai suoi più stretti complici Massaroni (5 anni, 10 mesi e 20 giorni), e Franco Battistutti (4 anni, 9 mesi e 10 giorni). I soldi dei bottini, tutti banconote da 20 euro lavate per non fare sentire l’odore della polvere da sparo, erano spese dalla banda per l’acquisto di auto e moto che gli uomini hanno intestato alle loro compagne. Ma anche per comprare case e organizzare feste danzanti, con tanto di musiche sinti. Le loro canzoni preferite si avvicinano molto allo stile neo melodico napoletano, e la loro star è un cantante originario di Tortona in Piemonte.