Antonio Tommasoni ha bisogno di un trapianto di rene: la donatrice è la moglie Silvia che prima dell'intervento scopre di avere un tumore

Si tratta, fa sapere l'ospedale, del primo trapianto di rene da vivente con nefrectomia parziale robotica

mercoledì 16 luglio 2025 di Redazione Web
Il marito ha bisogno di un trapianto di rene: la donatrice è la moglie che prima dell'intervento scopre di avere un tumore

PADOVA - Il marito deve subire un trapianto di rene e la donatrice, sua moglie, scopre di avere un tumore che prima dell'innesto è stato asportato con l'utilizzo di un robot chirurgico.

A tre mesi dall'intervento stanno tutti bene. Protagonisti della vicenda sono una coppia bergamasca, Antonio e Silvia Tommasoni, operati all'Azienda ospedaliero universitaria di Padova.

Il trapianto

Si tratta, fa sapere l'ospedale, del primo trapianto di rene da vivente con nefrectomia parziale robotica, che permette di conservare una maggiore quantità di tessuto renale. L'uomo, a 35 anni dal primo trapianto ne avrebbe dovuto subire un altro, e a donarglielo stavolta c'era la moglie. I controlli hanno appurato la compatibilità ma anche un tumore e due calcoli al rene della donna. Si è così attivata la collaborazione multidisciplinare del reparto Chirurgia dei Trapianti di rene e pancreas, diretto da Lucrezia Furian, e dell'Urologia, diretta da Fabrizio Dal Moro, in sinergia con Anatomia Patologica e Endourologia. Si è deciso così di ricorrere alla chirurgia robotica per la neoformazione, lasciando il rene all'interno della paziente, risolvendo il problema oncologico e al tempo stesso preservando la funzione del rene trapiantato. La nefrectomia parziale robotica riduce al 3% le complicanze, tutte lievi, richiede un tempo operatorio di 140 minuti e due giorni di degenza.

 

L'ospedale

L'Azienda ospedale università di Padova è prima in Italia per trapianti di rene da vivente (56 nel 2024), il primo trapianto di rene da donatore vivente eseguito nel 1991. Nel 2008 è stato inaugurato anche il primo corso di formazione per l'incremento della donazione di rene da vivente. Nel 2010 l'équipe della Chirurgia dei Trapianti rene e pancreas ha portato a termine con successo i primi trapianti di rene AB0 incompatibili e con riceventi immunizzati. Nel 2017 c'è stato il primo crossover, mentre nel 2018 il primo trapianto di rene da donatore vivente in ricevente con Hiv positivo.

«In questa vicenda – dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – c’è tutto il meglio della scienza sanitaria: capacità cliniche eccelse, lavoro di squadra, voglia dei sanitari di non arrendersi mai e di cercare sempre soluzioni nuove a favore della salute, e in questo caso della vita, non di uno, ma di due pazienti, l’utilizzo delle più moderne tecniche robotiche mininvasive, quel tocco di genio che fa di un bravo medico un grande clinico. Mi complimento con tutti – conclude Zaia – ed esprimo a tutti l’orgoglio di una terra che ha saputo fare della sanità un suo fiore all’occhiello».

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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