Bambino si frattura una gamba giocando a calcio al Grest la famiglia fa causa alla parrocchia: «Nessun adulto a vigilare»

E' successo a luglio a Casale sul Sile. Vittima dell'infortunio è un bambino di 10 anni, costretto a letto con i ferri correttivi dopo aver subìto un fallo da un ragazzino più grande

mercoledì 13 novembre 2024 di Maria Elena Pattaro
Bimbo si frattura una gamba giocando a calcio la famiglia fa causa al Grest: «Nessun adulto a vigilare»

CASALE SUL SILE (TREVISO) – Si frattura una gamba giocando a calcio al Grest parrocchiale: la famiglia sporge denuncia per lesioni personali colpose e omessa vigilanza. I genitori contestano infatti che durante la partitella non fosse presente nessun animatore maggiorenne a sorvegliare i ragazzi. Sul fronte civilistico, poi, l’assicurazione della parrocchia sostiene che il bambino non avrebbe diritto al risarcimento dato che l’infortunio rientrerebbe nei normali rischi legati alle attività di gioco. Ma i genitori sono decisi a dare battaglia.

La vicenda

Per un bambino di 10 anni una partitella a pallone si è trasformata in un calvario medico e ora anche legale.

La vicenda risale al pomeriggio del 3 luglio scorso. Il bimbo che chiameremo Luca (nome di fantasia per tutelarne la privacy) era al Grest parrocchiale, alla Casa del giovane. Stava giocando a calcio nel campetto dietro l’oratorio di Santa Maria Assunta insieme ad alcuni coetanei e a qualche ragazzino più grande. Con loro c’era anche un animatore di 16 anni. A un certo punto, durante uno scontro di gioco, Luca viene sbalzato a terra e rimane lì, con un dolore lancinante alla gamba destra. Gli animatori a quel punto hanno chiamato un’ambulanza e avvisato i genitori, a cui hanno spiegato che il bambino si era fatto male durante uno scontro di gioco. Da quanto ricostruito, Luca, una giovane promessa della squadra di calcio locale, ha subìto un fallo a gamba tesa da un ragazzino più grande e più corpulento di lui. A Luca l’incidente è costato una brutta frattura alla tibia e al perone, che lo ha costretto a letto con l’imposizione dei ferri correttivi.

Dov’erano gli animatori maggiorenni in quel momento? È quello che si sono chiesti i genitori, a cui il parroco ha risposto che erano impegnati a fare merenda. Con i ragazzini c’era invece il 16enne. «L’assenza di un adulto, perché impegnato a fare merenda, non è una misura organizzativa e disciplinare idonea a evitare situazioni di pericolo» scrivono i genitori sulla denuncia ora al vaglio della Procura di Treviso. Tanto più che l'autore del fallo sarebbe un bambino che aveva già manifestato un atteggiamento aggressivo nei riguardi di altri iscritti più piccoli ed è conosciuto anche nell'ambiente del Grest e della scuola per essere violento durante i giochi. Se fossero stati presenti gli animatori – continuano i genitori - avrebbero potuto separare i gruppi per età, vista la diversa stazza di adolescenti e bambini e ammonire il ragazzino a non giocare in modo violento e falloso». Da qui la denuncia per le ipotesi di reato di lesioni personali colpose e omessa vigilanza.

Seconda operazione

La frattura ha causato problemi notevoli allo sfortunato bambino, costretto a stare fermo a letto con i ferri esterni per ricomporre la frattura. La prognosi iniziale era di 30 giorni. Ma purtroppo il primo intervento non è bastato a risanare la frattura. A febbraio Luca dovrà essere operato di nuovo. I genitori hanno fatto presente la circostanza al parroco, chiedendo il risarcimento delle spese mediche. Ma la risposta è stata spiazzante: niente risarcimento perché l’incidente rientra nel normale rischio delle attività di gioco.

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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