Caro direttore,
il responso psichiatrico sulla 22enne che, dopo aver partorito due figli, li ha buttati dietro una siepe ed è andata una volta in pizzeria e l'altra dall'estetista, è stato di "incoscienza", praticamente (a 22 anni) non si rendeva minimamente conto di ciò che faceva. Avanti così mi raccomando: viziare i ragazzi, risolvergli sempre i problemi e deresponsabilizzarli su tutto, dando loro il messaggio che ogni nefandezza è lecita e, una volta commessa, della soluzione se ne occuperà qualcun altro.
Riccardo Gritti
Ultimo aggiornamento: 23 settembre, 08:42
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il responso psichiatrico sulla 22enne che, dopo aver partorito due figli, li ha buttati dietro una siepe ed è andata una volta in pizzeria e l'altra dall'estetista, è stato di "incoscienza", praticamente (a 22 anni) non si rendeva minimamente conto di ciò che faceva. Avanti così mi raccomando: viziare i ragazzi, risolvergli sempre i problemi e deresponsabilizzarli su tutto, dando loro il messaggio che ogni nefandezza è lecita e, una volta commessa, della soluzione se ne occuperà qualcun altro.
Riccardo Gritti
La risposta del direttore del Gazzettino Roberto Papetti
Caro lettore,
in realtà da ciò che è stato ricostruito e che abbiamo saputo, Chiara, questa ragazza di 22 anni, sapeva esattamente cosa faceva.
Lo ha programmato, si è informata su Internet, si è preoccupata di celare in ogni modo la propria gravidanza. Quasi certamente non aveva l'esatta percezione della tragica gravità dei suoi atti, ma certamente era consapevole dei delitti che stava commettendo. Non siamo di fronte a raptus ma a decisioni che, per quanto orribili e impensabili, erano meditate e pianificate. Anche se può apparire incredibile il suo è stato un comportamento assolutamente razionale. Saranno gli psichiatri a cercare di capire quali demoni e quali patologie si agitavano e si agitano nella mente di questa ragazza. Non dobbiamo giustificare ciò che non è giustificabile, né dobbiamo trovare attenuanti, che non possono esserci, agli orrori compiuti. Dobbiamo però cercare di capire. E dovremmo anche capire come tutto ciò che è accaduto sia potuto avvenire nell'inconsapevolezza e forse anche nell'indifferenza di tutti coloro che stavano intorno a Chiara: famiglia, fidanzato, amiche e amici. Nessuno si è accorto di niente? Nessuno si è reso conto che per due volte questa ragazza era rimasta incinta? Non una nausea, non un malessere, non un accenno di pancia, non un momento di smarrimento o di debolezza? Nessuno ha avuto un sospetto, un dubbio, una percezione di ciò che stava avvenendo? Evidentemente è andata così: tutto è passato inosservato, quasi che Chiara fosse invisibile, vivesse in un suo mondo infinitamente lontano e inaccessibile a chiunque. Forse anche su questo dovremmo interrogarci. Non per dare un alibi a Chiara. Ma per cercare di evitare, ammesso che sia possibile, che tragedie come questa si ripetano.