UDINE - Parte da Udine l'appello per sbloccare 33 ventilatori pediatrici destinati ai neonati della Striscia di Gaza, del valore di quasi 700mila euro, donati all'Unicef nei primi mesi di quest'anno e bloccati all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. L'idea ha cominciato a prendere forma durante l'incontro (organizzato dallo studio medico Pass, insieme all'associazione Cultura civica il 25 luglio) in cui Loris De Filippi, operatore umanitario Unicef con il ruolo di Health specialist appena rientrato da Gaza, ha raccontato al Palamostre di Udine l'inferno quotidiano di quanti lottano per la sopravvivenza nella Striscia, dove c'è chi mangia la sabbia per non sentire i morsi della fame.
Il sindaco De Toni: «Indispensabili per i medici»
E nei giorni scorsi proprio De Filippi ha incontrato il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, che ieri ha scritto al ministro degli Esteri Antonio Tajani, all'ambasciatore israeliano in Italia e al sindaco di Tel Aviv, chiedendo a gran voce di sbloccare queste apparecchiature salvavita, «indispensabili per i medici neonatali degli ospedali della Striscia». Originario di Udine, da 30 anni De Filippi è impegnato nei contesti di crisi umanitarie. Già presidente di Medici Senza Frontiere Italia, attualmente opera come Health Specialist per Unicef. Negli anni è stato in Congo, Haiti, Iraq, Siria, Repubblica Centrafricana , Indonesia, Bangladesh, Timor Est, Kenya, Etiopia, Sud Sudan e ora è a Gaza. De Toni ha raccolto l'appello dell'operatore umanitario udinese, per far arrivare a destinazione i 33 Siaretron 4000 automatic ventilator prodotti dall'azienda italiana Siare Engineering di Bologna, frutto di una donazione arrivata all'Unicef dal Belpaese.
La situazione a Gaza
«Sappiamo le condizioni miserevoli in cui sta sopravvivendo, a stento, la popolazione di Gaza. In un conflitto che sembra non avere soluzioni, in cui le parti in causa non arretrano, è necessario che chi può decidere delle misure - che possano garantire la sopravvivenza in particolare di bambini senza alcuna colpa - abbia il coraggio di farlo. In questi frangenti, pensando a neonati appena nati o di pochi mesi, che non riescono respirare in assenza di strumentazioni adeguate, non è possibile non pensare alle parole del Papa: "Si alza sempre più intenso al cielo il pianto delle mamme e dei papà" nella Striscia di Gaza, che "stringono a sé i corpi senza vita dei bambini". Impossibile non ribadire il suo accorato appello al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi, al rispetto integrale del diritto umanitario. Un diritto sancito a livello internazionale, dalla Convenzione di Ginevra su tutti».
La raccolta firme
Nella sua lettera, De Toni ha ricordato che «solo pochi giorni fa De Filippi ha fatto testimonianza della sua drammatica esperienza in uno dei nostri teatri della città, gremito fino all'ultimo posto. In pochi giorni, la raccolta firme che ha promosso in quell'occasione ha già raccolto migliaia di adesioni. Di fronte ai suoi racconti vissuti in prima persona, davanti alle foto che copiose continuano ad arrivare dalla Striscia di Gaza, non si può fare finta di nulla. Bloccare aiuti umanitari e in particolare dispositivi medici è una scelta che moltiplica morte e dolore».
La missiva del sindaco di Udine si chiude con un appello accorato: «Gentili Ministro, Ambasciatore e Sindaco già troppi bambini sono morti. È il momento di intervenire. Vi chiedo di essere sensibili a questa situazione: nel rispetto dei principi umanitari e del dovere morale che ci accomuna nella protezione dell'infanzia, ci appelliamo affinché vengano attivati con la massima urgenza canali umanitari dedicati, o corridoi prioritari, per l'approvvigionamento di equipaggiamento medico salvavita. Udine si è sempre schierata dalla parte della pace, per tutti. Sono certo che anche Voi possiate condividere questo proposito e Vi chiedo di adoperarvi con ogni mezzo per lasciare che le apparecchiature mediche possano tornare a salvare bambini innocenti».