Dal piccolo al grande schermo, fino alle aule della città giudiziaria. È a processo davanti al Tribunale di Roma con l’accusa di stalking e violenza sessuale nei confronti di una ragazza con cui aveva avuto una relazione, Lorenzo Rotatori, stuntman e controfigura in diversi film e serie tv di successo, come “Mare Fuori” e “Romulus”.
LA DENUNCIA
La vittima avrebbe subito molestie, minacce, botte e anche un episodio di violenza sessuale. Dopo mesi, a seguito del «perdurante stato di ansia e paura a causa delle violente reazioni» di lui, ha trovato il coraggio di denunciare. In più occasioni, quasi sempre legate a motivi di gelosia, Rotatori l’avrebbe colpita «con pugni sul corpo, tanto da farla piangere dal dolore» e l’avrebbe minacciata di fare «del male ai suoi colleghi di lavoro se vi si fosse recata». Una delle violente reazioni dell’imputato era scaturita proprio a causa di un “gesto affettuoso” di un collega nei confronti della ragazza. Lo stuntman era andato a trovarla al lavoro e aveva visto un altro uomo darle un buffetto sulla guancia. Per lui un affronto, che aveva scatenato una violenta reazione di gelosia, fino a «intimarlo di non toccarla più e minacciandolo che avrebbe preso provvedimenti in caso contrario», si legge nel capo di imputazione.
LE TESTIMONIANZE
A confermare l’episodio, davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma, il collega della vittima, ascoltato dal collegio: «Il mio era un gesto affettuoso, lui mi ha chiesto se avevo l’abitudine di toccare le ragazze». Ma non gli era bastata la scenata di gelosia, quindi il giorno dopo, mentre era solo con la donna, aveva ripreso il discorso e si era di nuovo infuriato «afferrandola per il collo, sollevandola da terra e sbattendola contro il muro». «Se voglio posso distruggerti», le avrebbe detto prima di scaraventarla sul letto e rompere la scrivania con un calcio. «Ho intuito che la situazione era abbastanza grave e l’atteggiamento di Lorenzo era ossessivo - ha riferito in aula un’amica della ragazza - Avevamo cominciato a uscire molto meno spesso da sole rispetto a prima e quando lui non c’era, lei doveva costantemente stare al telefono. Si doveva vestire in una certa maniera perché era lui che glielo diceva, non poteva neanche venire liberamente a lavoro, a volte glielo impediva».
Poi la violenza sessuale, sotto minaccia di «un coltello a serramanico con lama di 10 centimetri» con il quale l’avrebbe costretta, dopo averla afferrata per i capelli, ad avere un rapporto intimo. Prima di denunciarlo la donna si era allontanata, bloccando tutte le sue utenze, ma a quel punto lui aveva iniziato a chiamare gli amici di lei, arrivando a minacciarli. Minacce che erano rivolte anche alla sua famiglia: «Tra poco dormiranno per sempre grazie a te», le diceva. In un’occasione le aveva mandato un messaggio sui social network con scritto «squarto l’infame», riferendosi al padre di lei. Un’amica della vittima, in particolare, era finita nel mirino di Rotatori, tanto che anche lei si è trovata costretta a denunciarlo. «Prima mi chiedeva di lei, poi ha iniziato a rivolgermi della avances - ha raccontato ai giudici - ma quando ha capito che non lo assecondavo ha minacciato anche me, mi diceva che in questo modo avrei compromesso la mia vita e il mio lavoro».