Leonardo suicida a 15 anni per colpa dei bulli, la confessione alla mamma: «Non ce la faccio più, l'ho detto al prof ma non mi ascolta»

Passa alla Procura dei minori il fascicolo aperto per istigazione al suicidio sulla morte dello studente 15enne

venerdì 18 ottobre 2024 di Redazione web
Leonardo suicida a 15 anni per colpa dei bulli, la confessione alla mamma: «Non ce la faccio più, l'ho detto al prof ma non mi ascolta»

Non si da pace Viktorya, la mamma di Leonardo, lo studente 15enne che si è tolto la vita a Montignano di Senigallia, in provincia di Ancona.

Secondo la 40enne, bielorussa di origini ma da oltre vent'anni in Italia, il figlio si era sfogato con il professore di sostegno. «Lui non fece nulla».

 

Ora, come rivela La Stampa, chiede che cada il muro di omertà: «Quei ragazzi dicano la verità per dare giustizia a mio figlio».

«Mamma voglio lasciare la scuola»

«Mamma, ho parlato col prof di sostegno gli ho detto che voglio andare via dalla scuola». «Mi trovo male». «Non ce la faccio più, l’ho spiegato al prof», ma «lui non fa nulla, non mi ascolta, ha detto che la scuola fino a 16 anni è obbligatoria». Anche il Corriere della Sera ripercorre gli ultimi messaggi di Leonardo alla mamma, quattro giorni prima di decidere di spararsi con la pistola del papà in un casolare di Senigallia, il 13 ottobre scorso.

Dopo la tragedia i genitori del 15enne hanno sporto denuncia per bullismo contro tre compagni di scuola (due ragazzi e una ragazza) che avrebbero preso di mira Leonardo. «Non capisco perché abbiano voluto distruggerlo»,avrebbe detto la donna agli inquirenti.  A scuola, le aveva spiegato Leonardo, gli insegnanti non prendevano le sue difese. «Nostro figlio diceva a sua madre che i professori non riprendevano in classe questi alunni che offendevano lui o altri, facendo finta di non accorgersi di nulla», avrebbe fatto scrivere il papà sull'esposto, che ha portato all'apertura di un fascicolo con l'ipotesi di istigazione al suicidio.  

Gli insulti

I carabinieri hanno sequestrato il cellulare del ragazzino e indagano nella sua cerchia di amici e compagni di scuola: Leonardo aveva lasciato un istituto tecnico per spostarsi all'alberghiero, e in questa seconda scuola sarebbero iniziati i problemi. «Mi insultano, fanno la voce effeminata, mi strizzano i capezzoli, mi danno botte nelle parti intime», si era sfogato con la mamma e il papà.

La posizione del dirigente scolastico e dei prof

Il dirigente scolastico, però, sostiene di non aver avuto alcun indizio di problemi in classe, né dagli insegnanti, né dagli alunni. Il docente di sostegno a cui Leonardo ha chiesto aiuto non avrebbe contattato la famiglia per segnalare la situazione.Nessun contatto neanche dai tre ragazzi accusati. Una di loro davanti ai carabinieri ha negato tutto. «Non è vero che lo prendevamo in giro. Si era preso un brutto voto a scuola, tutto qui», ha detto. Il compito d'informatica a cui faceva riferimento la minore, però, è stato consegnato solo lunedì 14 ottobre, quando Leonardo era già morto.  

Il giorno del dolore

Giovedì 17 ottobre si è tenuto il funerale di Leonardo. Palloncini bianchi, fiori bianchi sulla bara bianca e tanta commozione in una chiesa, quella della piccola frazione di Montignano, Senigallia, che non è riuscita a contenere le tantissime persone che si sono strette ai familiari del 15enne morto suicida.

Tanti i compagni di scuola presenti. Durante il rito celebrato dal parroco don Emanuele Lauretani ha voluto dare un messaggio di speranza e fede: «Siamo profondamente feriti, tanto da chiederci se possiamo vivere così: non solo possiamo ma dobbiamo dire "sì" proprio per Leonardo». Il sacerdote ha anche sottolineato l'importanza di stringersi nell'amore, nella fraternità e nella giustizia.

Proprio di giustizia ha, infine, parlato la madre che in un commosso addio ha prima ricordato come il figlio Leonardo fosse sempre impegnato a proteggere i suoi amici. Tanto da ripetere una frase di Michael Jackson a cui era particolarmente legato: «In un mondo pieno d'odio, dobbiamo avere ancora il coraggio di sperare. In un mondo pieno di rabbia, dobbiamo avere ancora il coraggio di confortare. In un mondo pieno di disperazione, dobbiamo avere ancora il coraggio di sognare. In un mondo pieno di sfiducia, dobbiamo avere ancora il coraggio di credere». La donna ha poi concluso dicendo di credere nella «giustizia terrena e divina», da molti interpretato come un atto di accusa contro chi ha giocato sulle fragilità di un ragazzino e contro chi non si è accorto di quanto stava avvenendo. 

Le indagini

Passa, intanto, alla Procura dei minori il fascicolo aperto per istigazione al suicidio sulla morte dello studente. Un passaggio obbligato a fronte della denuncia presentata dai genitori che coinvolge tre minorenni, compagni di classe del 15enne. Nei confronti della scuola la Procura ordinaria non ha ravvisato reati penali.

Sono intanto scattate le verifiche del ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara che ha chiesto un ulteriore approfondimento, anche alla luce delle dichiarazioni rese dai genitori e delle testimonianze pubblicate sui giornali da parte di studenti e amici del giovane. Verifiche per le quali il ministro ha investito il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per le Marche, Donatella D'Amico.

Ultimo aggiornamento: 19:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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