L'INCONTRO

G7, al via summit di Kananaskis. Herzog ai leader: «State dalla nostra parte contro arma nucleare»

Tutti gli aggiornamenti in diretta

domenica 15 giugno 2025

Herzog al G7, state dalla nostra parte contro arma nucleare

Se non vogliono che l'Iran sia dotato dell'arma nucleare, i leader del G7 stiano dalla nostra parte. È il monito rivolto dal presidente israeliano Isaac Herzog, che si riuniscono a Kananaskis per il vertice sotto presidenza canadese. «Mi rivolgo a tutti i leader del G7 che si vedranno domani in Canada.

Dovrebbero stare tutti con noi, perché se non vogliono il nucleare, meglio lavorare insieme, con noi, per assicurarci che l'Iran non raggiunga questa capacità e che la regione possa avanzare verso la pace e il dialogo, la coesistenza e il riavvicinamento», ha detto Herzog parlando con i giornalisti mentre era in visita a Bat Yam, dove sei israeliani sono rimasti uccisi da un missile iraniano.

Politico: «Dimenticatevi il G7, ora è G6 contro Trump»

«Dimenticatevi il G7, ora è G6 contro Trump». Con questo titolo l'edizione europea di Politico descrive il vertice che, a partire da stasera, si terrà sulle Montagne Rocciose in Canada. Un vertice che rispecchia i mutati equilibri geopolitici globali. «I leader occidentali vogliono fare pressione su Donald Trump affinché cessi la sua guerra economica contro di loro, in modo da poter (finalmente) cooperare su questioni urgenti come la Russia», si legge nell'articolo della testata brussellese. «L'ultima volta che i leader del G7 si sono incontrati in Canada nel 2018, Trump se n'è andato in anticipo dopo essere stato messo sotto tiro per le sue tariffe del primo mandato. Questa volta le tensioni commerciali sono molto più gravi, eppure gli altri leader vorranno convincerlo a concentrarsi su altri problemi urgenti, come ad esempio come contrastare insieme la minaccia militare rappresentata dalla Russia», scrive Politico. «Loro vorranno parlare di tariffe, ma Trump vorrà parlare di contrastare la Cina», ha detto Josh Lipsky, direttore senior del think tank Atlantic Council di Washington, che ha aggiunto: «La domanda che gli rivolgeranno è: «Come puoi chiederci di far parte di una sorta di raggruppamento contro la Cina quando allo stesso tempo stiamo solo cercando di mitigare le conseguenze dei dazi?". Nei briefing che hanno preceduto il G7 dai leader europei si è tuttavia predicato soprattutto prudenza, concentrandosi su quello che viene percepito come il senso ultime del vertice: uno scambio tra i Grandi della Terra. «Il G7 dovrebbe rimanere unito come una squadra, ha dichiarato un funzionario del governo tedesco a Politico. «Anche il Canada, nostro ospite, la pensa così. Anche per questo motivo, non avremo una dichiarazione congiunta su tutti i temi, ma piuttosto documenti separati», ha aggiunto il funzionario, respingendo le voci di una costellazione a sei: «anche il Giappone, il Canada e i Paesi dell'Ue hanno prospettive diverse».

Al via summit di Kananaskis, crisi Israele-Iran complica il quadro

Ventitré anni fa i leader dell'allora G8 si riunirono a Kananaskis, località montana del Canada Occidentale facilmente blindabile, dopo la fallimentare esperienza del summit cittadino di Genova, l'anno prima, in un momento estremamente delicato. Era il primo G8 dopo l'11 settembre. A giugno 2025, i leader dei 7 Paesi più industrializzati (nel frattempo la Russia è stata espulsa dal consesso) ritrovano la stessa location in una situazione internazionale ancora più complessa. Non bastassero la guerra in Ucraina, l'assedio di Gaza e il conflitto commerciale scaturito dai dazi varati da Donald Trump, la crisi tra Israele e Iran è piombata come un macigno sulle riunioni degli sherpa, mettendo in discussione ogni certezza. Si cercherà una posizione comune sul Medio Oriente, resa difficile dall'approccio inflessibile di Trump. ma non è l'unico tema su cui sarà difficile che i leader del G7 si esprimano con una voce sola. Non a caso, il summit, in programma da oggi a martedì, non si chiuderà con un comunicato finale congiunto ma con un sintetico riepilogo da parte della Presidenza canadese, il 'Chair's summary'. I leader - anche se fino almeno a stasera le trattative sono aperte a oltranza ed è lecito attendersi colpi di scena - dovrebbero adottare sette brevi dichiarazioni sui seguenti temi: finanziamento dello sviluppo; intelligenza artificiale; tecnologie quantistiche; lotta agli incendi; minerali critici; repressione transnazionale; contrasto al traffico di migranti (quest'ultima su proposta italiana).

Premier Australia avrà bilaterale con Trump, focus su dazi e trattato Aukus

Il tema dei dazi e il tentativo di rilanciare il trattato trilaterale di difesa Aukus tra Australia, Regno Unito e Usa, che Washington ha annunciato di voler rivedere. Sono i punti che il premier australiano, Anthony Albanese, solleverà nel corso di un bilaterale che si terrà martedì a Kananaskis, a margine del G7 in programma da oggi nella località montana del Canada Occidentale. Albanese ha confermato l'incontro con i cronisti australiani da Seattle, a margine di una visita al quartier generale di Amazon. Il gruppo statunitense ha nell'occasione annunciato un investimento di 13 miliardi di dollari nel Paese oceanico, per sviluppare le infrastrutture dei data center e l'intelligenza artificiale. «Ovviamente con Trump solleverò il tema delle tariffe. E parleremo anche dell'importanza dell'Aukus. Discuteremo come dovrebbero fare due amici», ha aggiunto il premier australiano. Anche la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha annunciato un bilaterale con Trump a margine dei lavori del G7, segnatamente domani. Sheibamum ha assicurato che il faccia a faccia servirà a «difendere degnamente le messicane e i messicani qui e dall'altra parte della frontiera», con riferimento alle proteste contro i raid anti immigrazione in corso negli Usa, con epicentro Los Angeles. Australia e Messico partecipano ad alcune sessioni dei lavori del G7 in qualità di invitati, cosiddetti Paesi outreach, insieme a Brasile, India, Corea del Sud, Ucraina ed Emirati Arabi Uniti.

Meloni arrivata in Canada per lavori summit

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata in Canada, atterrando presso l'aeroporto di Calgary. Successivamente, la premier si trasferirà al Pomeroy Kananaskis Mountain Lodge, dove da domenica 15 giugno a martedì 17 giugno si terranno i lavori del G7.

Venti di guerra che soffiano impetuosi, potentissimi, sul Medio Oriente: tra l'assedio israeliano alla Striscia di Gaza e la nuova offensiva lanciata da Tel Aviv contro i siti nucleari dell'Iran, seguita dalla replica di Teheran, con missili sullo Stato ebraico. Il conflitto di Putin in Ucraina, che continua senza prospettive di soluzione. E poi lo spettro dei dazi americani, che continua a gettare nell'incertezza le economie di mezzo mondo. È in questo contesto teso che oggi prende il via il G7 di Kananaskis, tra le Montagne Rocciose e i numerosi laghi che punteggiano la provincia canadese dell'Alberta. Il vertice dei sette Paesi più influenti del pianeta è chiamato ad affrontare crisi estremamente complesse, in uno dei periodi più critici a livello geopolitico degli ultimi anni. A fare gli onori di casa sarà il primo ministro canadese Mark Carney, fresco vincitore delle elezioni di marzo e al suo esordio in un summit G7. Sarà lui ad accogliere Donald Trump - al centro dell'attenzione in questa edizione - ma anche Giorgia Meloni, che introdurrà una delle sette sessioni di lavoro previste durante il vertice, quella dedicata al tema delle comunità sicure.

Non è atteso un comunicato congiunto al termine dei lavori, in programma per martedì 17 giugno. Saranno invece diffuse sette dichiarazioni brevi, ciascuna relativa a uno dei temi chiave: finanziamento dello sviluppo; intelligenza artificiale; tecnologie quantistiche; contrasto agli incendi; minerali strategici; repressione transnazionale; lotta al traffico di migranti. Quest'ultima iniziativa è stata avanzata dal governo italiano, con l'appoggio di Stati Uniti e Regno Unito, per dare continuità al percorso avviato con la Presidenza italiana del G7 di Borgo Egnazia nel 2024: lo scorso anno, infatti, i leader delle sette maggiori economie mondiali avevano concordato la creazione di una Coalizione G7 contro il traffico di migranti, basata sulla cooperazione in ambito di intelligence e sul sequestro dei proventi illeciti. Ma è l'escalation tra Israele e Iran a tenere il mondo con il fiato sospeso. Prima di partire per il Canada, la presidente del Consiglio Meloni ha convocato venerdì pomeriggio una riunione in videoconferenza con i ministri più coinvolti e con i vertici dell'intelligence nazionale. Successivamente, ha avuto colloqui telefonici con il presidente americano Trump, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (che sarà al G7 insieme al presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa). Meloni ha poi interloquito anche con i leader dell'area mediorientale (Arabia Saudita, Giordania, Oman ed Emirati), nel corso dei quali - fa sapere Palazzo Chigi - il capo del governo ha espresso la disponibilità dell'Italia «a intraprendere ogni azione» che possa agevolare una soluzione diplomatica della crisi, come già accaduto ospitando i negoziati tra Iran e Stati Uniti. Meloni ha parlato anche con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, «condividendo la necessità di assicurare che l'Iran non possa in alcun caso dotarsi dell'arma nucleare» e augurandosi al contempo che gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per raggiungere un'intesa «possano ancora avere successo». La premier ha infine ribadito l'urgenza di garantire l'accesso degli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza.

Ultimo aggiornamento: 17 giugno, 07:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci