Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, esprime «grande soddisfazione». Il primo banco di prova per chiudere entro settembre i contratti dei dipendenti pubblici ancora mancanti e avviare le trattative per il rinnovo è andato a buon fine. Ieri l’incontro decisivo tra Aran e sindacati sul contratto dei dirigenti delle funzioni pubbliche centrali 2022-2024 si è concluso con l’adesione dell’81,95 per cento delle rappresentanze. E oggi potrebbe aggiungersi anche la Uil, ieri presente al tavolo e che si è presa qualche ora in più di tempo per analizzare la bozza di documento.
L’accordo riguarderà 6.160 dirigenti e professionisti degli enti pubblici non economici, delle agenzie fiscali, i medici del Ministero della Salute, i professionisti dell’Enac e degli enti pubblici non economici. L’aumento medio generale sarà di 558 euro al mese per tredici mensilità, a decorrere dal primo gennaio 2024. Per la prima fascia si parla di 980 euro, mentre per la seconda fascia di 545 euro, con un arretrato medio fino a ottobre 2025 di 9.400 euro.
«È un risultato importante, che chiude la stagione contrattuale 2022-2024 per il comparto delle Funzioni centrali e ci permette di guardare con determinazione all’apertura della nuova tornata 2025-2027», aggiunge Zangrillo. «Il contratto è stato sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, ad eccezione della sola Cgil e con la Uil che, per la prima volta nei rinnovi 2022-2024, si è impegnata a risolvere la riserva nelle prossime ore». Un segnale di «maturità e responsabilità».
I CONTENUTI
Tra le altre novità, il contratto definisce nuove linee guida per conciliare vita e lavoro; rafforza il welfare integrativo, con misure a sostegno del reddito, della sanità, dell’istruzione e delle attività culturali; punta sulla formazione continua e, con riguardo alle relazioni sindacali, dà vita a un organismo per l’innovazione, così da favorire il confronto.
Il documento salvaguarda inoltre l’aumento del 15% della retribuzione di risultato per strutture organizzative complesse; riduce l’entità della maggiorazione dei premi di risultato per le performance eccellenti, «a tutela dell’equità», commenta la Cida, l’associazione dei manager; aggiorna le indennità di trasferta per i professionisti ex enti pubblici non economici avvicinandole a quelle dei dirigenti. Infine, dà la possibilità ai professionisti Enac di aumentare del 20% l’indennità oraria di trasferta.
IL FONDO
Guardando soltanto ai tabellari: per i professionisti degli enti non economici si va da 222 euro a 235 euro; per i medici da 136,93 euro a 239,73 euro al mese per tredici mensilità. Gli incrementi del fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e risultato dei dirigenti di prima fascia per ministeri e agenzie fiscali saranno invece del 4,04% e del 4,20%. Per la seconda fascia del 3,03% e del 3,4%. Per gli enti pubblici non economici gli incrementi saranno invece del 4,17% e del 3,95%.
«Con questo accordo riconosciamo concretamente il ruolo strategico della dirigenza e dei professionisti delle amministrazioni centrali», ha sottolineato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo.
Soddisfatti anche i sindacati, in attesa di conoscere il verdetto della Uil. «La somma delle risorse già stanziate dal Governo per i due rinnovi consente infatti di raddoppiare gli aumenti, pari al 6% delle retribuzioni, distribuiti con questo contratto», ha commentato il segretario generale aggiunto della Cisl Fp, Angelo Marinelli, «un segnale concreto che va dato subito, senza ulteriori attese, per sostenere chi è alla guida delle strutture pubbliche del nostro Paese».