Cassaforte bloccata all'ufficio postale, anziani senza pensione. Il sindacato: «Poste propone soluzioni che sanno più di operazioni commerciali»

La situazione è sempre più critica

venerdì 20 giugno 2025 di Marco Corazza
POZZI DI SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO L'ufficio postale

SAN MICHELE - Senza pensione perché la cassaforte delle poste non si riesce più ad aprire. Una cassaforte che, denuncia nei sindacati, è bloccata da venti giorni. Tanto è bastato per lasciare decine di pensionati di Pozzi di San Michele al Tagliamento senza accesso alla propria pensione, creando un’emergenza sociale che si sta aggravando giorno dopo giorno.

A denunciare la situazione è la Slc Cgil Veneto, che punta il dito contro Poste Italiane, accusata di inadeguatezza nella gestione del problema e di scarso rispetto verso i cittadini più fragili. Il guasto, che interessa la cassaforte dell’ufficio postale di Pozzi, è noto da settimane ma, nonostante le segnalazioni, non sarebbe stato ancora risolto: il risultato? Anziani impossibilitati a ritirare il proprio denaro, spesso unico mezzo di sostentamento per affrontare spese primarie come alimentari e farmaci.

«Mentre i pensionati si indebitano con i negozianti per acquistare i beni di prima necessità – spiega Marco D’Auria, della Segreteria regionale Slc Cgil Veneto – Poste propone loro soluzioni alternative che sanno più di operazioni commerciali che di reale supporto: apertura di libretti, conti correnti o vaglia da 10/15 euro per ritirare i soldi. Un paradosso per chi ha diritto al contante e non ha strumenti digitali o mezzi di trasporto». Nel piccolo borgo del comune di San Michele la situazione si fa sempre più critica. Molti utenti sono anziani, vivono soli e non hanno l’auto, né la possibilità di raggiungere sportelli nei paesi vicini. Alcuni sono già stati costretti a chiedere prestiti a parenti o commercianti. «La responsabilità – continua D’Auria – non è degli operatori allo sportello, anch’essi lasciati soli senza indicazioni, ma di una gestione aziendale che ha perso ogni contatto con il territorio. Il tanto proclamato presidio nei piccoli comuni è solo un’illusione».


LA SOLIDARIETA’

Il sindacato ha espresso solidarietà sia ai cittadini coinvolti sia ai dipendenti postali, sottolineando come questo episodio sia l’ennesimo campanello d’allarme per un territorio come quello della città metropolitana di Venezia, che ha già subito negli ultimi anni una drastica riduzione degli uffici postali. Il modello attuale, secondo la Slc-Cgil, sacrifica l’accesso ai servizi essenziali in nome dell’efficienza aziendale. «Quello che sta accadendo a Pozzi – conclude il sindacato – non è un caso isolato, ma il simbolo di un sistema che mette il profitto prima dei bisogni delle persone». Intanto, Poste Italiane non ha ancora comunicato una data per il ripristino della cassaforte.  
 

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