Ubaldo Baldo morto in moto, i colleghi: «Siamo distrutti: lo stavamo aspettando al lavoro»

Il 65enne lavorava alla cooperativa agricola di Volpago: «Un onore lavorare con te»

domenica 6 luglio 2025 di Laura Bon
Ubaldo Baldo morto in moto, i colleghi: «Siamo distrutti: lo stavamo aspettando al lavoro»

VOLPAGO - Colleghi in lutto da Crespano a Volpago: «Ciao Aldo, è stato un onore lavorare con te». Per il personale della cooperativa agricola Volpago, quella di ieri è stata la giornata del dolore. Ubaldo Baldo, il 65enne di Cavaso morto venerdì in un incidente all’incrocio tra via Valcavasia e via dei Castelli, sulla sp26 a Pederobba, in sella alla sua moto Benelli, lavorava infatti da sempre nelle due sedi della cooperativa, a Volpago e Crespano.

In particolare, era impegnato nel settore della gastronomia. Ubaldo, o, come lo chiamavano i colleghi “Aldo”, aveva legato alla cooperativa la sua vita lavorativa e, dopo la pensione, aveva continuato con contratti a chiamata. Venerdì stava rientrando nella sua casa di Curogna dopo il turno effettuato a Crespano quando quel terribile schianto ha arrestato la sua corsa.

Il dolore

«Ancora sconvolti e increduli - è messaggio di lutto sulla pagina Facebook della cooperativa - ci stringiamo ai tuoi cari in questo momento di immenso dolore. È stato un onore lavorare con te... manchi già». E con la voce rotta dal pianto raccontano: «Non vedendolo rientrare nel pomeriggio di venerdì dopo la pausa pranzo ci siamo subito allarmati. Lui era un tipo preciso e puntuale: abbiamo capito immediatamente che qualcosa di grave doveva essere successo». Ubaldo viene descritto come una persona speciale, buona e disponibile. «Era da noi da una vita e per questo era molto conosciuto sia a Crespano sia a Volpago: stamattina moltissimi clienti sono entrati in negozio per capire se il motociclista deceduto fosse proprio lui. È stato davvero duro dire ai clienti che è proprio così: purtroppo Aldo non c'è più». E Proseguono: «Non riusciva a stare fermo; per questo aveva ripreso dopo la pensione. Era un gran lavoratore, sempre a disposizione. Faceva da jolly fra Volpago e Crespano, dava una mano dove c'era bisogno. La settimana precedente era stato a Volpago, quella appena finita a Crespano e la prossima sarebbe tornato ai piedi del Montello. C'era sempre quando avevi bisogno». «Ora siamo davvero sconvolti - continuano - e non abbiamo neppure il coraggio di chiamare la moglie Licia. Il giorno del funerale vorremmo esserci tutti: stiamo pensando di tenere chiusa la cooperativa. Del resto Aldo era entrato nei cuori di tutti, anche degli ultimi ragazzi arrivati. Una persona da prendere ad esempio».

Chi era

Ubaldo, originario di Cavaso del Tomba, si era sposato con Licia Zanin nel 1998 e si era trasferito a Curogna un paio di anni dopo. Con la moglie, con cui aveva due figli, Anna, di 25 anni, e Matteo, di 28, viveva in via dei Colli. In paese era conosciuto e stimato. Anche il sindaco Marco Turato lo conosceva bene. E ora, oltre a sottolinearne il valore, torna sul tema della pericolosità della strada in cui Aldo ha perso la vita: «Anni fa - dice Turato - abbiamo realizzato una rotatoria all'intersezione con via San Martino nella strada in questione perché aveva già, purtroppo, mietuto vittime. Ma la sp26 è interessata da diversi incroci e non si può realizzare in ognuno una rotatoria».

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