Osteria Roer chiude dopo 23 anni di attività: «Possagno perde un luogo dove parlare come si fosse a casa»

Serrande abbassate anche per fioreria e macelleria

sabato 3 agosto 2024 di Maria Elena Tonin
Osteria Roer chiude dopo 23 anni di attività

POSSAGNO (TREVISO) - Chiude i battenti l'Osteria Roer, gestita dalla famiglia Perisello.

La moria di attività, a Possagno, sembra non dover finire perchè entro l'anno chiuderanno anche la fioreria e la macelleria. Per quest'ultima, non si sa ancora se ci sarà un cambio di gestione, o se l'abbassamento delle serrande sarà definitivo.

LA STORIA

La Roer si lascia alle spalle 23 anni di attività, emblema di un paese che è profondamente cambiato e che ora si interroga sul proprio futuro. Un ultimo giorno apparentemente uguale a tanti altri, con molto via vai di persone venute a consumare, a fare due chiacchiere, se non per qualche momento di malinconia e occhi lucidi che però si nascondono in fretta: «Non c'è nulla da festeggiare: per questo abbiamo voluto che fosse un giorno come tanti altri - spiega Loris, mamma dei gestori Eros e Stefania - Qualcuno ci ha lasciato un regalo senza essere visto, per non essere ringraziato o forse per non farci commuovere troppo. Ci dicono che Possagno perde un luogo dove parlare come si fosse a casa». L'Osteria Roer, negli anni, ha proposto tante iniziative, come la “cena dei Loris” che ha coinvolto oltre 40 persone che portano questo nome; ha poi dato il via al progetto a sostegno delle piccole produzioni locali "Prodotti del Grappa" e sfornato la Canoviana, il dolce dedicato al Canova.

IL PASSATO

Sono in molti a ricordare com'era Possagno una volta, con almeno 12 “casoin” sparsi per il paese, a ricordare “el sior Bruno” (Bruno Cusinato), la cooperativa nata agli inizi del secolo scorso, la Malgari e Ferruccio Zatta. Un territorio che conserva la sua storia sui muri delle case: insegne sbiadite ma che ancora si intravedono, grandi vetrate lungo tutto il viale Canova, dove c'erano 3 negozi di ferramenta e casalinghi, barbiere e fotografo, due dentisti, due macellerie, il venditore di vino lungo lo Stradone del Tempio. Il declino negli ultimi anni sembra inarrestabile e soprattutto veloce: negli ultimi anni il paese ha perso le due banche e il negozio di alimentari. Una sorte che sembra comune a tutti i paesi pedemontani, ad eccezione di Castelcucco: centri che rischiano lo spopolamento, popolazione sempre più anziana e assenza di servizi. A Cavaso, negli anni d'oro, c'erano 51 partite Iva, oggi queste attività non ci sono più, sportelli come Contarina hanno chiuso e tra poco anche Banca Intesa andrà a Pederobba. «Bisogna far ripartire il paese, ci vorrebbe un comune unico - spiega il professor Giancarlo Cunial - manca la visione d'insieme e questi paesi vanno ripensati». Continua il sindaco Valerio Favero: «Mi dispiace molto che chiuda un’attività storica del paese, cui sono legato anche da rapporto di amicizia: è sempre stato un punto di riferimento per Possagno grazie alla generosità e disponibilità che hanno sempre dimostrato. Per il futuro del paese, sono fiducioso: negli ultimi anni l’attrattività di Possagno è aumentata, a partire dai 75mila turisti annui. Molti mi chiedono di poter venire a vivere nel nostro paese: come amministrazione abbiamo reso strutturali i contributi per chi compra una casa di residenza a Possagno e per chi apre una nuova attività in paese».

Ultimo aggiornamento: 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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