Il Cruciani-pensiero fa il pieno di pubblico al Festival Cultura Liberata

Il conduttore de “La Zanzara” a "Cultura Liberata" sul politicamente corretto

domenica 22 giugno 2025 di Andrea Berton
Giuseppe Cruciani

CONEGLIANO (TREVISO) - Grande partecipazione all’incontro di ieri con il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani, che al “Festival Cultura Liberata” di Conegliano ha affrontato il tema del “politicamente corretto” come strumento di chiusura al dialogo. Cruciani, noto al grande pubblico per il programma radiofonico “La Zanzara”, non ha fatto mancare battute taglienti e ragionamenti impopolari che lo hanno trasformato in un vero e proprio “paladino della libertà di espressione”.
 

GLI SQUALI DA TASTIERA

Il primo argomento trattato nel dialogo con Federico Brion è stato il fenomeno degli “squali da tastiera” che lo attaccano nei social per il suo modo di fare. «Generalmente non leggo i commenti - ha affermato - Se uno non vuole essere insultato o offendersi deve chiudere i commenti o, come faccio io, leggere solo i primi 10.

Per me non possiamo liberare internet dagli haters. Io amo essere odiato e non sopporto essere catalogato. Parliamo per esempio della parola “omofobo”, che ormai risuona ovunque». «Non sopporto il modo in cui si comportano certe associazioni Lgbt - continua -, anche se sono d’accordo con loro per tante cose. Se difendi la famiglia tradizionale per loro sei omofobo. La sinistra italiana, europea e mondiale negli ultimi 20 anni è diventata una specie di caserma che discrimina le idee degli altri. A volte trovo più apertura mentale nel centrodestra che nel variegato mondo della sinistra».

E IL FEMMINICIDIO

Cruciani ha espresso il suo pensiero anche sul dibattito legato all’utilizzo della parola “femminicidio”. «L’obiettivo dei gruppi femministi estremi è mettere l’uno contro l’altro gli uomini e le donne - ha evidenziato -. Io non ci sto a far passare tutti i maschi come prevaricatori e assassini. Nessun uomo si deve sentire colpevole per un omicidio compiuto da altri perché la responsabilità è personale. Piuttosto bisogna combattere la cultura del possesso e della gelosia e assicurare alla giustizia le persone che si macchiano di questi terribili crimini». «Oggi l’uso delle parole è strumentale - prosegue -. Per me il patriarcato non esiste in occidente, anche se c’è sicuramente il maschilismo, ma da un anno a questa parte ogni giorno si insiste con questa parola. In molti hanno paura ad esprimersi su determinati temi perché poi si viene etichettati in un certo modo». «A volte mi sono trovato a chiedere scusa ad alcune persone per aver esagerato con le parole - conclude -, ma ormai la gente si aspetta un linguaggio ruvido da me. Io credo di essere un combattente della libertà individuale nel modo più estremo. A chi mi accusa di monetizzare la rabbia con ‘La Zanzara’, rispondo che non conoscono la trasmissione che è molto altro». 

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