TREVISO - Ancora furti.
BERSAGLIO FACILE
«Ho subito 27 furti in due anni». Tra i presenti alla “Giornata per la sicurezza”, organizzata dall’associazione “Furti in corso”, molti cittadini provenienti da tutti i comuni della Marca hanno raccontato i raggiri subiti nel corso degli anni e che ancora oggi chiedono giustizia. «A me è successo circa 18 anni fa ma me lo ricordo ancora molto bene - racconta Lorenzo Danieli, residente a Zero Branco -. Abitavo in una zona dove c’erano numerose case in costruzione, la mia era l’unica terminata. Per due anni sono stato perseguitato dai ladri che hanno fatto “visita” alla mia abitazione per ben 27 volte. Già dal primo episodio mi sono attrezzato con telecamere e dispositivi affini, e subito mi sono accorto che erano sempre persone diverse a tentare i colpi». Una raffica continua di rapine messe a segno ai danni di Danieli che nella sua zona non si sono, tuttavia, placate. «Continuo comunque a vedere che vanno tra le case - prosegue riferendosi ai rapinatori -. All’epoca di quando successe a me questa associazione non era ancora nata, ma è un bene che ci sia perché è importante segnalare attività sospette, anche se continuo a vedere poca aggregazione». Vicende simili accomunano i partecipanti alla manifestazione, come il caso di Leonella Beggio, alla quale i ladri, dopo aver fatto irruzione nella sua abitazione di Mogliano Veneto, hanno ucciso senza pietà il gatto domestico. «Era il 2021, un tardo pomeriggio d’estate - racconta la donna -. Io e mio marito eravamo usciti di casa chiudendo tutto e accendendo i dispositivi di sicurezza. Ci siamo allontanati di poco in macchina che il nostro telefono ha iniziato a squillare perché collegato all’allarme: ci stava avvisando che qualcuno era entrato in casa».
L’ALLARME NON BASTA
La corsa a verificare che perlomeno i ladri si fossero spaventati, ma nemmeno il suono acuto dell’allarme li aveva fermati. «Avevano rotto finestre e porte. Non hanno portato via niente ma la casa era a soqquadro e hanno ucciso con un calcio il gatto che non centrava nulla». Ferite ancora aperte che, nonostante il passare degli anni, difficilmente si richiudono. Ma sono testimonianze come queste che servono per avvisare la comunità e cercare di proteggersi dai malintenzionati. «Aumenta il coraggio tra i cittadini nel segnalare - constata Cristian Demma -. Ma c’è bisogno di coesione tra le istituzioni».