Calci, pugni e un coltello alla gola per rapinare tre ragazzini: al via il processo alla baby gang di Carbonera

Sotto accusa i 23enni trevigiani Filippo Gelosi e Mattia Salvi, il 22enne marocchino Imad Riahi, residente a Ponzano, e il 24enne Walid Boucetta, di origini magrebine ma residente a Carbonera

martedì 1 aprile 2025 di Redazione Treviso
Foto d'archivio di un ragazzo picchiato da una baby gang

CARBONERA - Sono accusati di aver rapinato tre coetanei minacciandoli con un coltello puntato alla gola e una chiave inglese: «Vi ammazziamo».

Per la Procura li avevano presi a calci e pugni per poi scappare con una bici pieghevole, un cellulare, un paio di occhiali e una cassa portatile, dopo aver cercato anche di impossessarsi di una catenina d’oro. Una delle vittime era finita al pronto soccorso con ematomi a uno zigomo e in altre parti del corpo. L’aggressione era avvenuta in un parco pubblico di Carbonera, il pomeriggio del 21 luglio del 2020. Per quei fatti si trovano a processo quattro membri di una baby gang. Si tratta dei 23enni trevigiani Filippo Gelosi e Mattia Salvi, del 22enne marocchino Imad Riahi, residente a Ponzano, e del 24enne Walid Boucetta, di origini magrebine ma residente a Carbonera. Altri tre loro complici, invece, come riportato nel capo d'imputazione, non sono mai stati identificati. Questa mattina è stata celebrata la prima udienza del processo alla banda.

LE VERSIONI

In aula, il terreno di scontro sarà il contesto in cui è avvenuto l’episodio. Le vittime - tra cui due minorenni - e gli aggressori forniscono infatti versioni opposte. I tre ragazzi rapinati sostengono infatti di non conoscere gli aggressori. Le difese invece puntano a dimostrare che non solo alcuni si conoscevano e frequentavano la stessa scuola, ma soprattutto che quel pomeriggio i due gruppi si erano dati appuntamento al parco. Dove sarebbe poi scoppiata una rissa, sfociata in colluttazione. Gli effetti personali delle parti offese sarebbero andati perduti in quel frangente. E alcuni sarebbero stati ritrovati più tardi.

LE DENUNCE

A far scattare le indagini poi sfociate nel processo era stata la denuncia delle vittime, tutte residenti nella zona. Quel pomeriggio erano in un parco. Secondo l’accusa erano stati aggrediti da altri sette ragazzi. Calci, pugni, sberle. Gli aggressori per la Procura hanno estratto anche delle armi, per far capire al trio che facevano sul serio. Un coltello puntato alla gola di uno dei tre e una chiave inglese, agitata minacciosamente. Tutto pur di farsi consegnare la refurtiva: una bici pieghevole, un cellulare, un paio di occhiali da sole e una cassa portatile. E hanno cercato anche di impadronirsi di una collana d’oro. Nel mirino era finito in particolare uno degli studenti, che poi era andato al pronto soccorso per le botte. I referti medici, entrati nel fascicolo d’inchiesta, parlano di un trauma contusivo allo zigomo destro e di contusioni multiple guaribili in cinque giorni. Dopo la rapina, la gang si era dileguata, mentre le vittime, spaventate e doloranti, avevano telefonato raccontando l'accaduto ai genitori, che poi li avevano accompagnati dalle rispettive famiglie erano poi andati a denunciare il fatto alle forze dell’ordine.

Ultimo aggiornamento: 2 aprile, 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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