Neonazismo su Telegram e TikTok: indagato 18enne polesano, casa perquisita

L'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia con il sostegno della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo

venerdì 18 luglio 2025 di M.L.
Neonazismo su Telegram e TikTok: indagato 18enne polesano, casa perquisita

ROVIGO - È stato perquisito anche un diciottenne polesano nell'ambito della maxi indagine condotta dal Ros di Brescia su un network online di estrema destra, radicale, neonazista e antisemita.

I militari, nelle prime ore di ieri mattina, hanno bussato alla porta della sua abitazione, sequestrando il materiale informatico a fini probatori: un computer e un telefono cellulare da cui il giovane si collegava a Telegram e TikTok, le due piattaforme da cui è partita l'indagine.

L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia con il sostegno della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha portato all'arresto di un 21enne bresciano, gravemente indiziato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. In parallelo, sono stati eseguiti 26 decreti di perquisizione in tutta Italia nei confronti di altrettanti soggetti indagati. Tra questi anche il ragazzo residente in Polesine, la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti in base a quanto verrà rinvenuto nei dispositivi sequestrati.

Le indagini

L'indagine è stata avviata nel dicembre 2023 e si è inizialmente concentrata sul monitoraggio dei profili social del 21enne, attivo su TikTok e Telegram. Attraverso un'attenta attività tecnica e informatica, i carabinieri sono risaliti a una fitta rete di utenti 29 in tutto, con un'età compresa tra i 18 e i 25 anni, cinque dei quali minorenni all'epoca dei fatti distribuiti in varie zone d'Italia e accomunati dalla partecipazione a gruppi virtuali che inneggiano al fascismo, al nazismo e alla supremazia della razza bianca.

I nomi dei canali parlano da soli: "White Lives Matter Italia", "Vannnawaffen TM", "Sangue e suolo", "Spirito Fascista", "Hooligans/NS/WP/WLM", "Rivelazioni non autorizzate", "Identità Europea" e "Casa del Fascio". In questi gruppi venivano condivisi contenuti apologetici del fascismo, teorie negazioniste della Shoah, video e immagini razziste, antisemite e omofobe, istigazioni alla violenza contro immigrati, persone di religione islamica e appartenenti alla comunità Lgbtq+, oltre a inviti a compiere atti incendiari in cambio di ricompense economiche.
Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di un mondo virtuale strutturato e organizzato, in cui le ideologie suprematiste e l'odio etnico venivano non solo condivisi ma anche promossi e rielaborati attraverso un linguaggio propagandistico estremamente aggressivo. In particolare, il 21enne arrestato sarebbe stato uno dei soggetti più attivi: avrebbe partecipato in prima persona alla pubblicazione di post antisemiti e inneggianti alla violenza, minimizzato l'Olocausto e fatto apologia del fascismo in più occasioni.

L'indagine, ancora in corso, mira ora a chiarire il ruolo ricoperto da ciascun indagato all'interno dei vari gruppi e le eventuali responsabilità penali a loro carico. Per il ragazzo polesano, che aveva iniziato a frequentare questi gruppi mentre era ancora minorenne, sarà determinante l'analisi dei file contenuti nel suo pc e nel telefono. I carabinieri del Ros, con il supporto dei comandi provinciali competenti, stanno lavorando in stretto coordinamento con la Procura di Brescia per ricostruire l'estensione delle condotte contestate e verificare possibili legami con ambienti o individui già noti per attività estremiste.

Nel frattempo, l'allerta resta alta. La presenza di giovani, anche giovanissimi, all'interno di queste comunità virtuali preoccupa le autorità per il potenziale rischio di radicalizzazione, soprattutto alla luce dei contenuti violenti e discriminatori veicolati all'interno delle chat.

 

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