Deportato e morto a Auschwitz: imbrattata la pietra d'inciampo di Leone Jona

È accaduto in via San Martino, a Udine, nella zona dietro alla stazione

venerdì 4 luglio 2025 di Redazione
Deportato e morto a Auschwitz: imbrattata la pietra d'inciampo di Leone Jona

UDINE - Un gesto inqualificabile. In via San Martino, a Udine, nella zona dietro alla stazione (é una laterale di via della Cernaia, che corre lungo i binari ferroviari), mani ignote hanno imbrattato la pietra d'inciampo dedicata a Leone Jona, deportato e poi morto ad Auschwitz, apponendovi la scritta "Gaza", tutto scritto in maiusolo, con un pennarello nero.

Il fatto deve essere avvenuto presumibilmente nella notte o nella primissima mattinata di ieri.

La storia

Poco conosciuto ai più, Leone Jona, detto Nello, era originario di Venezia ed era imparentato con la famiglia udinese dei Gentilli. Leone Jona era infatti zio dell'ingegnere Roberto Gentilli (scomparso nel 2015 all'età di 92 anni e che, tra le altre cose, era anche stato assessore in Comune a Udine negli anni Novanta) e la pietra d'inciampo in via San Partino si trova proprio davanti alla villa nella quale gli eredi della famiglia Gentilli vivono tuttora.
Nato nel 1882, Leone Jona, che non era sposato, non aveva voluto seguire i parenti che, temendo il rischio di deportazioni, dopo l'emanazione delle leggi razziali, avevano intrapreso - al pari di moltissimi ebrei - il triste percorso verso altre regioni italiane o Paesi stranieri per cercare di sfuggire alle persecuzioni e aver salva la vita. Ma Leone "Nello" Jona, aveva scelto di restare a Udine, ritenendo - essendo una "persona qualunque, anziana e innocua" (come aveva più volte ripetuto a chi lo conosceva) - di poter "esente" dalle conseguenze dell'odio razziale e della "caccia all'ebreo". Arrestato il 9 gennaio del 1944, fu deportato nel campo di sterminio di Auschwitz dove trovò la morte.

L'innalzamento dei toni polemici, soprattutto nelle ultime settimane, riguardo alla guerra in corso in Medio Oriente, unita - per quanto riguarda Udine - alle polemiche sulla scelta dello Stadio Friuli quale sede della sfida, il 14 ottobre prossimo, di qualificazione ai Mondiali tra Italia e Israele, a quanto pare sta facendo sentire i suoi primi effetti. Che non hanno bisogno di commenti.

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