Bullismo, l'allarme in Friuli: due casi a settimana nelle classi scolastiche

mercoledì 20 novembre 2024 di Loris Del Frate
Bullismo, l'allarme in Friuli: due casi a settimana nelle classi scolastiche

Friuli Venezia Giulia isola felice? Neppure per sogno.

Anzi, il primo dato che emerge da una indagine fatta recentemente sul fronte del bullismo, all’interno del progetto Elisa (Formazione in e-learnig degli insegnanti sulle strategie antibullismo in collaborazione con l’università di Firenze) è risultato che almeno il 30 per cento degli studenti della regione è stato sottoposto, almeno una volta, a bullismo a scuola o sui bus, oppure in qualche locale pubblico. Non è un numero da poco, questo è evidente, e tra le altre cose non si scosta di molto dalla media nazionale che arriva al 37 per cento. In più gli stessi ragazzi segnalano almeno due episodi di bullismo a scuola a settimana. Non gravi, ma costanti. Stiamo parlando di studenti dalla prima media sino alla quinta superiore. Si abbassa notevolmente la percentuale di chi, invece, è stato vittima di cyberbullismo attraverso messaggi, whatsapp, chat sul cellulare. In questo caso si arriva all’8 per cento. Questi, almeno, sono i numeri emersi direttamente dai ragazzi che erano stati coinvolti con un sondaggio anonimo.


LA FREQUENZA


Di quel 40 per cento di studenti che ha dichiarato di essere stato sottoposto a bullismo almeno una volta, si scende al 21 per cento rispetto a chi, invece, ha fatto presente di essere stato vessato in più occasioni sempre dalle stesse persone o da altri gruppi di coetanei. L’indagine entra maggiormente nel dettaglio relativamente ai comportamenti fisici subiti: l’ 8% dei ragazzi ha dichiarato di essere stato picchiato, il 17% di essere stato spinto e strattonato e il 26% di essere stato derubato o che qualcuno gli ha danneggiato oggetti, cellulare, zainetto, cuffie o le scarpe da ginnastica. Sale al 40 per cento, infine, chi ha dichiarato di essere stato “solo” preso in giro, minacciato o insultato all’interno della scuola o subito all’esterno, più facilmente la mattina all’ingresso. Ma c’è anche un altro tipo di bullismo, più “sofisticato” ma non per questo meno doloroso. Il 25 per cento di tutti gli studenti friulani che sono stati contattati per questo monitoraggio, hanno spiegato di essere stati marginalizzati, esclusi dalle attività soprattutto quelle extrascolastiche, ma anche di non essere mai stati scelti nei gruppi autogestiti dagli stessi studenti all’interno della classe o dell’istituto. Di più Il 31 per cento (percentuale decisamente alta) ha riferito anche di essere stato oggetto di “voci” messe in giro a scuola e in classe. “Voci” che riguardavano in particolare l’orientamento sessuale e per questioni etniche.


L’ALTRO STUDIO


Il bullismo, dunque, rimane un fenomeno da tenere sotto controllo, soprattutto nelle scuole. In un altro studio che ha interessato le ragazze e i ragazzi friulani, fatto per testare anche la salute dei giovani dagli 11 a1 17 anni, escono anche altri dati che sono senza dubbio interessanti e che confermano come la sopraffazione tra i giovani sia oramai consolidata anche nelle fasce più giovani. Lo studio, infatti, segnala che circa uno su sei ha subito atti di bullismo negli ultimi due mesi. Gli atti di cyberbullismo, invece, sembrano interessare maggiormente le ragazze, già nella fascia dei 12 - 13 anni. Restando nel cyberbullismo il 10% dei ragazzi che frequentano le superiori ha dichiarato di aver ricevuto minacce o insulti basati sul pregiudizio, il 13% ha riferito di essere stato preso di mira per il proprio background etnico, il 9% per il proprio orientamento sessuale, reale o presunto e sempre la stessa percentuale ha dichiarato di essere stato preso di mira per una propria disabilità.

 
GLI INSEGNANTI


Dai dati raccolti emerge come l’integrazione tra studenti e professori sia senza dubbio da migliorare. Solo i 9 per cento ha parlato dei suoi problemi con gli insegnanti, perché ha paura di rappresaglie (20 per cento), non si fida (7 per cento), crede che non possano fare nulla (12 per cento), non li ritiene interlocutori perché considerati “troppo vecchi”. Uno spaccato generale, dunque, sul quale c’è da lavorare parecchio.

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