Con Quota 100, introdotta dal primo governo Conte, sono andati in pensione 435 mila lavoratori tra il 2019 e il 2023. Poi l'inversione di rotta, prima con Quota 102 e dopo con Quota 103, decisamente meno convenienti del loro scivolo «madre». Il governo ha stimato per quest'anno appena seimila uscite con la nuova versione (più penalizzante) di Quota 103, contro le 17mila uscite dello scorso anno. Pesa il calcolo integrale della pensione con il metodo contributivo.
Lo stesso discorso si applica a Opzione donna: in tutto sono 2.600 le lavoratrici con i requisiti per lasciare prima il lavoro nel 2025 attraverso Opzione donna, ma in molte ci hanno già rinunciato. Per l'Ape sociale i beneficiari stimati sono diciottomila. La pensione anticipata ordinaria, che non tiene conto dell'età ma solo dei contributi versati, è alla portata, infine, di una ristrettissima cerchia di lavoratori under 67.
Quanto si abbassa l'assegno con Quota 103?
La versione attuale di Quota 103 prevede che la pensione venga calcolata con il metodo di calcolo contributivo anche per la parte di anzianità accumulata in regime retributivo. Questo determina riduzioni dell'importo dell'assegno che in certi casi possono superare il 30%. Fissato inoltre un limite all'assegno che non può risultare superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps (circa 2.400 euro lordi al mese) fino al compimento dei 67 anni di età. Quota 103 consente di andare in pensione anticipata con 62 anni di età e 41 di contributi, requisiti da maturare entro il 31 dicembre 2025. Tra la maturazione dei requisiti e la fruizione della prima rata di pensione devono poi passare 7 mesi nel privato e 9 nel pubblico.
L'ape sociale è cumulabile con il reddito da lavoro?
Da quest'anno è prevista l'incum ulabilità totale dell'Ape sociale con i redditi di lavoro dipendente o autonomo, con la sola eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di cinquemila euro annui. L'Ape sociale è un'indennità a carico dello Stato erogata dall'Inps, a partire da 63 anni e 5 mesi di età, solo ad alcune categorie di lavoratori. La prestazione si rivolge ai disoccupati con 30 anni di contribuzione, ai caregiver e ai lavoratori con disabilità pari o superiori al 74%, riconosciuto come invalidi civili e sempre con 30 anni di contribuzione alle spalle, e ai dipendenti con almeno 36 anni di contribuzione che svolgono mansioni “gravose”.
Chi può chiedere di uscire con Opzione Donna?
Per Opzione donna è rimasto invariato nel 2025 il requi sito anagrafico dei 61 anni di età, sempre a fronte di 35 anni di contribuzione e con la riduzione di un anno per ogni figlio (nel limite massimo di due). Il requisito anagrafico per il prepensionamento riservato alle lavoratrici in condizioni di fragilità (dipendenti o licenziate da imprese in crisi, caregiver, invalidi civili almeno al 74%) è passato da 60 a 61 anni nel 2024. Il calcolo della pensione avviene anche in questo caso con metodo interamente contributivo: la penalizzazione dell'assegno può andare dal 25 al 35% circa dell'importo della pensione. Infine, le finestre mobili sono di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le autonome.
Come si accede alla pensione anticipata ordinaria?
Il requisito è aumentato da 20 a 25 anni di contributo, una quota che solo pochi lavoratori under 67 hanno raggiunto. Inoltre per accedere alla pensione anticipata ordinaria l'importo dell'assegno maturato deve essere pari almeno a 3 volte il valore dell'assegno sociale (circa 1.550 euro al mese). Da quest'anno il valore dell'importo pensionistico potrà tenere conto però anche di eventuali rendite complementari nel caso di adesione alla previdenza integrativa.